La fidanzata non lo vuole più: diciottenne suicida per amore

All’improvviso si è alzato, si è allontanato dal suo banco, è uscito, è andato dritto verso le scale. Poi si è lanciato nel vuoto, ha scelto la morte per cancellare il dolore di una delusione amorosa, ha deciso di togliersi la vita perché la vita dopo quella separazione gli è apparsa insopportabile. E così lui, un ragazzo di 18 anni, si è suicidato nella scuola che frequentava, un istituto tecnico industriale di Cerignola, quasi sessantamila abitanti, trentacinque chilometri da Foggia, dove adesso studenti e professori e bidelli sono sotto choc. Non ha lasciato biglietti. Nessun messaggio d’addio, nulla per spiegare una tragedia che si è consumata in pochi drammatici istanti, in silenzio. Sul posto è arrivata la polizia, sono scattati i soccorsi, ma è stato inutile: ormai non c’era più nulla da fare.
Gli investigatori hanno ricostruito quanto accaduto. E sono riusciti a individuare la molla che ha spinto il ragazzo a lanciarsi nel vuoto: è stata una delusione amorosa, che non è riuscito a superare. Nei giorni scorsi il 18enne ha avuto un litigio con la fidanzata, due anni più piccola, una compagna di scuola. Lui voleva riprendere il rapporto, sperava che quella separazione non fosse definitiva. E così ieri le ha inviato un messaggio con il telefono cellulare chiedendole di incontrarsi.
I due ragazzi effettivamente si sono visti e hanno parlato, ma il tentativo di tornare insieme è fallito. Quella ormai era una storia finita, una cosa che il diciottenne non è riuscito ad accettare. È tornato in classe, è rimasto in silenzio, schiacciato da un dolore che gli è apparso una montagna impossibile da scalare. Erano le 11.30 quando ha lasciato il suo posto, si è alzato dirigendosi verso le scale. Non ha detto una parola: ha raggiunto la rampa interna dell’edificio, si è affacciato, ha scavalcato la ringhiera, è saltato dal primo piano ed è precipitato nel vuoto finendo sul pavimento di un seminterrato. Poi le urla.
L’allarme è stato dato da una bidella e da altri studenti, che sono subito accorsi: hanno tentato di fare qualcosa, hanno cercato di rianimarlo e di strapparlo a quella tragica fine decisa in un istante. Ma non ce l’hanno fatta: il ragazzo è morto sul colpo. Sul posto è arrivato anche il magistrato inquirente, il sostituto procuratore del tribunale di Foggia Enrico Infante. Ma ormai non ci sono lati oscuri da chiarire in questa tragedia avvenuta a scuola e il pm non ha ritenuto necessario disporre l’autopsia. Il diciottenne era molto conosciuto. Gli volevano tutti bene: gli amici, i professori, i compagni di classe. Frequentava il quarto anno, aveva buoni voti. Il padre è un trapiantato di fegato, la situazione economica in famiglia non era certo facile e così quando poteva cercava di dare un mano con qualche lavoretto: in questo modo raggranellava qualcosa da dare ai genitori. A scuola si era guadagnato la stima di tutti. E riusciva a ottenere buoni risultati. Il litigio con la fidanzata lo ha sconvolto. I due si erano lasciati qualche giorno fa, ma lui forse sperava ancora di ricucire il rapporto. Per questo le ha inviato il messaggio con il telefono cellulare e ha voluto incontrarla. E quando si è reso conto che la storia era definitivamente finita non ha retto alla delusione.

Ma non ha parlato con nessuno, si è chiuso in se stesso, si è trincerato nel suo dolore, non ha voluto neanche lasciare un messaggio di addio. Lui, che solo un mese fa aveva compiuto diciotto anni, ha scelto la morte. E lo ha fatto a scuola, lanciandosi nel vuoto dalle scale, un volo di otto metri per cancellare quella delusione d’amore.

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