Fiumicino, il taxi a 60 euro è diventato uno spauracchio

Giacomo Legame

«Prego si accomodi, saranno sessanta euro». Per i passeggeri che sbarcano a Fiumicino continua la caccia al taxi giusto, quello romano, quello dei 40 euro per arrivare a Roma. Continua infatti a creare «turbativa» la tariffa dei tassisti del Comune di Fiumicino che dallo scalo raggiungono la capitale alla modica cifra di 60 euro per destinazioni comprese all’interno delle Mura Aureliane. E le polemiche, le discussioni tra gli stessi tassisti e i passeggeri, molti dei quali allibiti per l’applicazione della doppia tariffa sono ormai all’ordine del giorno. Ieri mattina alle 10.30, dieci dei 38 tassisti di Fiumicino, dopo aver preso regolarmente il numero al parcheggio polmone distante alcuni chilometri dai tre terminal, sono entrati nelle due corsie dedicate agli arrivi nazionali.
Prima di far salire a bordo i clienti, i tassisti hanno quindi spiegato che avrebbero applicato una tariffa maggiore di 20 euro rispetto ai loro colleghi romani per portarli all’interno delle Mura Aureliane. Una maggiorazione, questa, «giustificata» dal fatto che al loro ritorno non possono (ma sarebbe meglio dire non potrebbero) accettare clienti essendo fuori dal territorio di appartenenza. Sorpresi, in molti hanno naturalmente deciso di non salire a bordo. Ad un certo punto si è formato una sorta di «tappo» con un auto del Comune di Fiumicino guidata da una donna che, mentre le altre autovetture andavano via con clienti diretti nella maggior parte dei casi in zone al di fuori delle Mura Aureliane, restava in attesa all’interno della corsia proprio davanti alla sbarra d’uscita, bloccando, di fatto, i taxi del Comune di Roma in fila dietro di lei.
La situazione, che ha richiesto anche l’intervento dei vigili urbani e di agenti della polizia, si è sbloccata alle 11 quando finalmente la tassista di Fiumicino ha trovato un passeggero diretto al Regina Elena. «In questo caso si va col tassametro - ha spiegato Maria Beatrice Trippa, presidente dell’Astal, l’associazione dei tassisti laziali -. Il 70 per cento delle nostre auto è riuscito finora ad andar via in tempi abbastanza accettabili, proprio perché i clienti che hanno preso erano diretti in zone al di fuori delle Mura Aureliane. Solo il 30 per cento ha preso a bordo passeggeri (stranieri) che hanno accettato di pagare 60 euro. Bisognerà vedere cosa accadrà più avanti quando i nostri taxi rientreranno e forse se ne aggiungeranno anche altri».
Intanto prosegue la linea dura di Loreno Bittarelli, presidente dell’Uri, contro il rilevatore satellitare sui taxi, anche se l’assemblea di lunedì sera al Gianicolo si è conclusa con un nulla di fatto dopo che 500 dei 700 tassisti se ne sono andati anzitempo. «Rigettiamo il controllo satellitare nelle nostre auto, così come chiesto dal Comune- attacca Bittarelli-. Perseguiremo tutte le strade legali a nostra disposizione e, se questo non fosse sufficiente, arriveremo alla disobbedienza civile». «Abbiamo inoltre votato all’unanimità - aggiunge - l’adeguamento delle tariffe.

Chiederemo l’istituzione di una tabella per rendere subito operativo questo aumento. Se questo non dovesse essere fatto - promette Bittarelli - intenteremo un’azione legale per il risarcimento dei danni e per i mancati introiti dal 2001 a oggi».

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