«Eppur si muove!». Dopo anni di immobilismo, proclami, annunci e finte inaugurazioni, il Comune di Genova questa volta sembra intenzionato a fare sul serio sulle politiche di mobilità sostenibile. L'atto che attesterebbe questo cambio di rotta di Tursi è la delibera di Giunta del 29 novembre scorso, dove gli assessori alla Mobilità Anna Maria Dagnino e allo Sviluppo economico Francesco Oddone hanno presentato il «Progetto di Sviluppo della Mobilità Elettrica», che prevede l'installazione di 16 colonnine di ricarica per veicoli elettrici, 12 pubbliche e 4 destinate al Car sharing. Prima di esultare, va ricordato il precedente poco gratificante di un atto di Giunta analogo. Era il 21 dicembre 2010 e l'allora sindaco Marta Vincenzi annunciava entusiasta l'installazione di 12 colonnine di ricarica in città, inaugurando addirittura la prima in piazza Poch, a Sestri Ponente. Dopo il taglio del nastro e le foto di rito, il punto di ricarica di piazza Poch è divenuto preda dei vandali nel giro di pochi mesi e le altre 11 colonnine promesse non sono mai state installate. Oggi come allora, l'operazione viene portata avanti dal Comune in sinergia con Enel, e ancora una volta ciò che preoccupa è la mancanza di tempi precisi: in tutta la delibera infatti non si accenna ad una data entro cui ultimare il progetto. La novità che va ad aggiungersi alle 12 colonnine pubbliche cittadine (Piccapietra, Matitone, Regione, via Brigate Liguria, Stazione Principe, Stazione Brignole, Palazzo Ducale, piazza Marsala, piazza Paolo da Novi, piazza Coppi, Fiumara, Ospedale Galliera) è l'allargamento al progetto Car sharing, che a ben vedere poi è stato il vero catalizzatore di tutta l'iniziativa. Nella delibera si parla di «intenzione di presentare domanda di accesso ai fondi destinati all'acquisto di vetture elettriche» da parte di Genova Car sharing. E la conditio sine qua non per ottenere questi fondi è proprio la «copia di documento che comprovi la disponibilità dei punti di ricarica».
In un panorama nazionale che ha visto nell'ultimo anno calare le immatricolazioni delle auto del 25% e di moto e motocicli del 36,3%, chi si frega le mani è Walter Pilloni, presidente di Ecomission, primo venditore italiano di moto elettriche grazie ad Eco Jumbo, il gioiellino su due ruote prodotto nello stabilimento di Sestri Ponente. Pilloni sono anni che investe in Italia sulla mobilità sostenibile, partendo dalle bici a pedalata assistita e arrivando fino allo scooter di ultima generazione, ma qui a Genova si è dovuto confrontare con una politica immobilista e conservatrice che non ha mai fatto nulla per sostenere nuovi progetti di mobilità con infrastrutture adeguate. «Finalmente anche Genova manda un chiaro segnale su un cambiamento - ha dichiarato il presidente di Ecomission -. Come fabbrica genovese produttrice del motociclo elettrico più venduto in Italia guardiamo con grande favore a questo mutamento». A riprova della nuova sensibilità della Giunta comunale al progetto, ieri l'assessore allo Sviluppo economico Oddone ha incontrato Pilloni nello stabilimento di Sestri Ponente (prima di lui andò il vicesindaco Bernini e per la Regione il governatore Burlando e l'allora vicepresidente Fusco, ndr). Il progetto di Ecomission non si limita però ai soli veicoli a trazione elettrica; nel giro di pochi mesi infatti Pilloni presenterà anche le colonnine di ricarica prodotte dalla sua azienda. Al momento tre scuole hanno già raccolto la sfida, prenotando altrettante colonnine: si tratta del Collegio Emiliani di Nervi, l'Istituto Odero di Sestri e il Liceo Scientifico Fermi di Sampierdarena. «A gennaio avremo il prototipo finito e funzionante in modo da produrle già da febbraio - ha dichiarato Pilloni -.
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