di Daniele Roncagliolo
Rapallo dice basta ai supermercati. Quelli già aperti, se lo vorranno, potranno trasferirsi ma solo in periferia. Per gli altri non ci sarà spazio. Il consiglio comunale approva il nuovo piano commerciale non senza polemiche. Il documento, redatto sulla scia del piano urbanistico comunale, divide la città in quattro zone. L’obiettivo principale è tutelare la piccola distribuzione dall’invasione di carrelli impazziti e scaffali chilometrici. E il divieto assoluto si estende anche alle gallerie commerciali.
Altre restrizioni riguardano sexy shop, onoranze funebri e attività che vendono vernici, prodotti chimici o motori: non potranno aprire nel centro storico e nel borgo di San Michele di Pagana, le aree di maggior pregio. E sempre nel centro, dove urne cinerarie e vibratori non potranno convivere, i locali non dovranno superare i 150 metri quadrati. Inoltre, per provare a limitare l’apertura di bazar nel «salotto buono» della città, è stata inserita una frase in cui vengono banditi «gli esercizi commerciali di non specifica settorialità».
Un messaggio forte e chiaro: i negozi «tutto a un euro» non sono graditi. Il nuovo piano commerciale, che a Rapallo mancava da diversi anni, è stato avallato dalle associazioni di categoria che da tempo ne richiedevano la realizzazione. Chi pensa ad un documento tutto veti e proibizioni, però, si sbaglia: «Nel piano - spiega Giorgio Tasso consigliere incaricato al commercio e alle attività produttive - abbiamo previsto la possibilità di apertura per i cosiddetti esercizi di vicinato speciale, ovvero autosaloni o negozi di elettronica. Questo regolamento - aggiunge - è stato solo un tassello, un punto di partenza, per porre fine a fraintendimenti sulla possibile apertura di grandi magazzini». Regole fisse anche per quanto riguarda gli orari: sarà possibile tenere alzata la sarcinesca tutti i giorni della settimana, dalle 7 alle 24.
Minoranza divisa al momento di votare: Pier Giorgio Brigati e Roberto Zunino si esprimono a favore, Maurizio Roncagliolo e Gualtiero Di Carlo si astengono, mentre Nicola Costa vota contro.
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