La rivolta dei pendolari del treno

«Ridateci il treno delle 6.26». È stata questa la richiesta, con tanto di cartello, portata dai pendolari savonesi nella sala del consiglio provinciale di Palazzo Nervi. La vicenda, già approdata nel Consiglio regionale a novembre, riguarda il treno Savona - Torino delle 6.26 del mattino, soppresso lo scorso 9 dicembre causando enormi disagi al centinaio di pendolari e studenti che ne usufruivano regolarmente. Il taglio messo in atto sulla linea costringe infatti i pendolari liguri ad anticipare la partenza alle 5.30 oppure a recarsi col proprio mezzo fino al confine con il Piemonte, dove il servizio è stato mantenuto. «Da quando hanno soppresso il treno sono costretta a partire da Savona alle 5.30, prendere l'auto a Ceva e proseguire autonomamente fino alla Val Tanaro dove lavoro - ha raccontato Roberta Merlo, insegnante savonese che tutti i giorni affronta questa tratta - I disagi sono enormi: in primis gli orari che mi costringono ad aspettare l'apertura della scuola in macchina al freddo, poi il dover trattenere l'auto a Ceva per usarla nella tratta che una volta copriva il treno e non ultimo il lato economico». Situazioni simili a questa ce ne sono a decine, e certe anche peggiori, come quella di un insegnante arrivato addirittura a licenziarsi per l'impossibilità di affrontare la tratta in modo autonomo. In questo quadro come si è comportata la Provincia? L'ente savonese ha presentato un documento condiviso e votato favorevolmente all'unanimità per impegnarsi a ristabilire il treno o, in alternativa, a istituire un servizio di trasporto pubblico locale che permetta ai pendolari liguri di raggiungere San Giuseppe di Cairo per poter usufruire della linea piemontese. «La prima cosa che faremo sarà convocare un incontro con l'assessore regionale Vesco per organizzare un tavolo di lavoro tra Regione Liguria e Regione Piemonte per risolvere questa situazione » ha spiegato il presidente Angelo Vaccarezza. L'impegno della Provincia è stato accolto con poca fiducia dai pendolari.

«È un segnale importante che qui ci abbiano ascoltato a differenza di quanto fatto da Vesco (assessore regionale ai Trasporti) e Berruti (sindaco di Savona) - hanno notato i pendolari presenti in consiglio - Siamo poco fiduciosi sulla buona riuscita però. con la partenza alle 5.30 è tutto inutile».

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