2 L'INTERVENTO SUI MARò/1
L'assordante silenzio del governo
denuncia tutta la debolezza istituzionale
Caro Massimiliano, umiliazione, rabbia ed impotenza, questi sono i sentimenti che la vicenda dei due Marò italiani suscita in me. Quanto sta avvenendo ha superato ogni limite di dignità, certamente è una caso internazionale unico nella storia. Un gesto oltraggioso per il nostro Paese causa della totale assenza di una politica internazionale coerente e, soprattutto, della perdita di credibilità delle nostre istituzioni. La cosa che però più mi lascia esterrefatto è l'assordante silenzio da parte di molti nei confronti di un ingiustizia immensa, segno di una grande debolezza e di una totale incapacità da parte del Governo: non saper far prevalere le ragioni del diritto internazionale, quindi delle norme attualmente in vigore, è una palese manifestazione di debolezza istituzionale. L'auspicio e l'impegno rispetto alla situazione dei nostri marò, la quale sempre più sta assumendo i toni di una farsa, è che si concluda quanto prima e che i nostri fucilieri, militari che in India vi erano per compiere il proprio lavoro e che operano all'estero con onore per la pace e la stabilità internazionale, ritornino in Italia al più presto. Personalmente poi, tanto dolore ha suscitato in me il grido disperato della moglie del militare Salvatore Girone, la disperata richiesta di aiuto, richiesta che la politica deve assolutamente raccogliere. Su questioni di questa valenza e delicatezza dobbiamo essere tutti uniti e dare delle risposte. L'impegno deve essere quello di non abbassare la guardia e tenere alta l'attenzione. Per questo ho apprezzato la presa di posizione de Il Giornale, che sta portando avanti una importante e delicata battaglia, in sinergia con il Comitato per Difendere i Marò avviato da Andrea Cambiaso, del quale ho una grande stima e considerazione, e da Gianni Plinio, un amico di vecchia data con il quale ho portato avanti tante battaglie.
Desidero che sappiate che sono a disposizione e voglio assicurare la mia presenza ed il mio totale appoggio e sostegno alle iniziative del Comitato che, ci tengo ad aggiungere, se lo vorrà e lo riterrà utile alla causa potrà anche valutare l'ipotesi di stilare insieme a me un documento da presentare in Consiglio regionale.Sì, perché quello dei due fucilieri del Reggimento San Marco appare come un vero «sacrificio» agli occhi degli italiani; lo sconcerto dalla decisione del Governo di rimandarli in India, dopo l'annuncio della Farnesina che sarebbero rimasti in Italia è stato uno schiaffo durissimo che aggiunto al dolore dei familiari di Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, colpisce nel profondo tutti noi.
E proprio i familiari, che per oltre un anno hanno sopportato tutto con compostezza e silenzio, ora dicono «Basta! È finito il momento del silenzio».
Il nostro impegno deve essere quello di raccogliere il loro grido di dolore e con compattezza batterci per riportarli in Italia.
consigliere regionale Pdl
2 L'INTERVENTO SUI MARò/2
L'esecutivo Monti anche in questo caso
fa rimpiangere I tempi di Berlusconi
Caro Massimiliano, la vicenda dei due marò italiani e della loro sorte si fa sempre più intricata nonostante le dimissioni nobili ma forse inutili del Ministro degli Esteri Terzi molto meno responsabile del Premier e dei poteri dello Stato.
Poteri che hanno il dovere e l'obbligo di difendere dei militari italiani (a loro volta in difesa di un piroscafo da pirati indiani). Difenderli non significa scagionarli (è stato di fatto commesso un omicidio benché involontario), ma significa riportarli in territorio italiano, processarli con ciò che ne consegue.
Dopotutto esiste della giurisprudenza in termini di pirateria. Il tutto grazie al fatto che la giustizia italiana è autonoma ed indipendente cosi come quella dell'India. Al contrario, sin dall'inizio, il governo Monti ha mostrato il pieno disinteresse verso un caso giudiziario ed umano facendo rimpiangere con dovuti e doverosi paragoni il precedente governo Berlusconi che ha sempre liberato i prigionieri in terra straniera e Dio solo sa purtroppo quanti ce ne sono stati negli ultimi tempi.
Roberta Bartolini
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