Geronzi non entra in consiglio Rcs

da Milano

Qualche piccola considerazione su due-tre pezzi del nostro capitalismo che conta e sui regolatori del sistema.
Antitrust e peanuts. L’authority ha fatto intendere, attraverso la sua moral suasion e senza alcun atto formale, che la Banca Popolare di Vicenza non può portarsi a casa una piccola fetta (il 2%) di Mediobanca. Poiché la Popolare veneta ha una partecipazione in un’assicurazione cooperativa, la Cattolica, si creerebbe un conflitto di interessi. Mediobanca, infatti, controlla di fatto le Generali. Giusto, bene, avanti così. Certo che però vedere la totale assenza di moral suasion da parte della medesima Autorità sul caso Alitalia stupisce. Ma come, sulla piccola pagliuzza di Vicenza in Mediobanca, si è intransigenti e sulla trave di Air One che si pappa Alitalia e che crea di fatto un monopolio in Italia, si glissa? Boh.
Generali e dintorni. La storia è un po’ noiosa, ma tratta di stipendi e di grandi manager francesi. Per settimane si è discusso della corporate governance delle Generali e del ruolo del suo presidente. È finito tutto in un sospiro, ma con pagine e pagine di commenti. Il motivo è semplice Antoine Bernheim è sostituibile in concomitanza con il giro di nomine e poltrone delle ex partecipazioni statali (Finmeccanica, Eni ed Enel su tutte) e gli appetiti romani crescono. Ma la sua posizione non si tocca, se le pedine dei grand commis romani debbono muoversi, lo facciano nel loro ambito e non tocchino la finanza che conta.
Geronzi è uno, ma non è trino. Il presidente di Mediobanca non sostituirà Gabriele Galateri nel consiglio di amministrazione di Rcs. Galateri ne è vicepresidente, ma il suo sostituto né oggi né in futuro sarà il banchiere romano. Geronzi, a cui alcuni attribuiscono anche i misfatti di Belzebù, ha una caratteristica, che molti nostri manager e capitalisti non hanno neanche dipinta: non cumula cariche operative.

Non lo ha mai fatto e non sembra che ne abbia intenzione neanche a questo giro.
Confindustria senza Bombassei. È il più tosto dei potenziali successori di Montezemolo. Eppure lascia la corsa: per ora in solitaria Emma Marcegaglia. Poco tempo per trovare un concorrente temibile.

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