Gioele Dix «folgorato» dal Signor G

«Un uomo generoso, che si è “dato” completamente al suo pubblico, senza ipocrisie». Così Gioele Dix ricorda il «Signor G» in occasione del festival «Milano per Giorgio Gaber» che si aprirà oggi, fino al 14 dicembre, con spettacoli, incontri, dibattiti e video proiezioni dedicati all’artista, al maestro e all’amico scomparso nel 2003. La manifestazione, organizzata per il terzo anno dalla Fondazione Giorgio Gaber, porterà nella sua città un nutrito parterre di amici, artisti, intellettuali pronti a ricordarlo e «festeggiarlo», perché in fondo - sottolinea Dix - «di una grande festa si tratta». E sarà proprio l’attore milanese, che negli anni del teatro gaberiano ha mosso i primi passi, a dare il via alla kermesse con «Se potessi mangiare un’idea», stasera e domani al Piccolo Teatro Studio (ore 21, via Rivoli 6, info: 848.800304).
Lo spettacolo, che ha debuttato l’anno scorso sotto forma di lezione all’Università degli Studi di Milano, viene riproposto dopo una lunga tournée estiva di successo nei maggiori festival italiani. «Mi piaceva l’idea di chiudere il cerchio, che si è aperto un anno fa alla Statale, in via sperimentale, su un palco prestigioso come il Piccolo e in una città che a Gaber deve moltissimo e che, finalmente, con questa manifestazione prova a sdebitarsi». Sul palco, accompagnato da Silvano Belfiore alle tastiere e da Savino Cesario alle chitarre, ripercorrerà alcune delle tappe più significative del percorso musicale del «Signor G»: dalle folgorazioni del «Dialogo fra un impegnato e un non so» e «Anche per oggi non si vola», alle benevole provocazioni di «Un’idiozia conquistata a fatica», fino ai lucidi e dolenti ripensamenti de «La mia generazione ha perso». Filo conduttore saranno l’evoluzione della poetica di Gaber, la coscienza politica, il tema del corpo e della fisicità, e uno sguardo al Gaber privato. Riflessioni, letture e anche musica, con alcune delle sue canzoni più celebri (Goganga, Qualcuno era comunista, Ci sono dei momenti, I borghesi, Ora che non sono più innamorato, Corpo stupido) e monologhi di successo (Il minestrone, Dove l’ho messa, La sedia), riproposti secondo il gusto e le corde interpretative di un suo appassionato ammiratore: «Gaber è l’artista che indubbiamente più ha illuminato il mio percorso professionale.

Questo spettacolo non vuole essere solo un tributo di affetto, ma un’opportunità per raccontare me stesso attraverso i suoi testi. Per questo – conclude Dix - ho scelto i brani che ho amato di più e che considero decisivi anche per la mia formazione».

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