«Con laumento delletà media afferma Ferruccio Fazio, viceministro della Salute il diabete avrà unincidenza sempre maggiore nelleconomia italiana». Già oggi il totale complessivo delle spese sostenute in un anno ammonta a 5.500 milioni di euro, ossia il 6,6 per cento dellintera spesa sanitaria nazionale. I costi esplodono in presenza di complicanze cardiovascolari o micro vascolari.
Per questo motivo gli esperti hanno deciso di fare quadrato, di confrontarsi, e hanno partecipato ad una tavola rotonda organizzata nei giorni scorsi a Roma da Takeda Italia farmaceutici.
Oggi, nel mondo, i diabetici sono 240 milioni, ovvero circa il 6 per cento della popolazione adulta. La percentuale è identica nel nostro Paese: secondo il rapporto «Changing diabetes barometer», in Italia i malati sono 3,5 milioni, a cui va aggiunto un altro milione di persone che non sa di avere questa patologia. E la situazione, già preoccupante, è destinata a peggiorare in futuro: nel 2025 i diabetici raggiungeranno la cifra di 380 milioni, con una spesa sanitaria complessiva che passerà dai 160 miliardi di euro attuali, ai 220 miliardi. Sono numeri che fotografano unemergenza preoccupante, che richiede interventi immediati, strategie di lungo periodo. «Per questo ha aggiunto Fazio bisogna avviare un processo ineludibile, urgente, che parta dal miglioramento della qualità della vita dei pazienti e arrivi alla prevenzione, tramite sinergie con i medici di medicina generale, il primo terminale dei malati». Un invito raccolto prontamente da Claudio Cricelli, presidente della Simg, la Società italiana di medicina generale: «I nostri medici conoscono le condizioni del paziente: dobbiamo sfruttare questo vantaggio per invertire la tendenza».
«Ci troviamo di fronte ad una malattia sociale, legata allalimentazione e agli stili di vita. Senza fare del terrorismo, bisogna allertare la popolazione sui rischi a cui va incontro», ha affermato Giuseppe Palumbo, presidente della commissione Affari Sociali della Camera. Mentre il senatore Cesare Cursi ha ricordato che il punto di partenza è il territorio, che una fetta importante di responsabilità ricade sulle regioni.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.