Milano ha denunciato molto prima di Roma la paura, i disagi e, in tanti casi, lorrore che lemergenza rom ha determinato. Quando ancora i romeni non erano entrati nellUnione europea cerano stati episodi gravi di occupazione abusiva di interi stabili fatiscenti, trasformati in fortezze di traffici illeciti e malaffare. E poi laccattonaggio organizzato, con la riduzione in schiavitù di donne e bambini. Per ultimi, e non per gravità, episodi di violenza continua: stupri, omicidi, regolamenti di conti. E la piaga dei campi abusivi, fonte di motivata paura e sofferenza per tanti cittadini milanesi.
Gli amministratori di Palazzo Marino hanno denunciato tempestivamente i rischi di una situazione esplosiva determinata da unimmigrazione, che era ed è selvaggia anche se non più illegale. Con quali risultati? Le anime belle votate allutopia hanno fatto causa comune con gli ultimi difensori dellideologia comunista e con i guastatori dei «movimenti» in nome di una solidarietà astratta e poco rispettosa dei diritti dei cittadini. Il sindaco e la giunta sono stati accusati di tutto, dal razzismo allodio sociale. E il governo? Ha fatto finta di non sentire e, se ha firmato patti per la sicurezza, lha fatto soltanto per non mantenerli.
Ma mentre Milano soffriva non è che Roma se la passasse meglio. Anche lì favelas e illegalità, delitti e traffici sporchi, ma il sindaco Veltroni doveva difendere limmagine di una capitale coperta soltanto di lustrini, una metropoli festivaliera e allegra. Alla fine il vaso dellinsicurezza è traboccato anche a Roma e il governo mostra un ripensamento tardivo.
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