Guido Rossi e l’eleganza del riccio

L’Eleganza del riccio è un libro stupendo: narra di una portinaia brutta e cenciosa, ma dall’eleganza intellettuale unica che cela agli inquilini del suo Palazzo superchic. Guido Rossi ce la ricorda. Per un periodo è passato in Telecom Italia. Del palazzo non era esattamente il custode, ma dava quell’aria lì. Alcune informazioni potevano dunque essere omesse ai suoi inquilini (Tronchetti Provera all’epoca). L’«eleganza del nostro riccio» era confermata dalla sua storia di fine tessitore dei rapporti con l’establishment e dalla capacità di convincere la pubblica opinione. Il custode di Telecom solo pochi mesi fa, a marzo, dopo settimane di non detti, ammise, su richiesta della Consob, di avere avuto qualche contatto con gli spagnoli di Telefonica. Smorzando la confessione con uno smash straordinario, allargando i contatti ai francesi di Ft e ai tedeschi di Dt. E al Giornale che aveva addirittura visto un memorandum siglato con gli spagnoli rispose alzando le spalle.

Ieri, per la cronaca, il direttore generale di Telefonica che siede, da padrone, in Telecom, ha ribadito che è «dall’inzio dell’anno» che il suo gruppo fa i conti con gli italiani su possibili sinergie. Il nostro custode ha cambiato Palazzo, ma la sua eleganza non gliela tocca nessuno.

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