Hucknall: il mio sound confidenziale

Nostro inviato a Londra

Mick Hucknall, la sua è una svolta quasi improvvisa.
«Sto vivendo un bel momento: ho una band fantastica, una storia d’amore importante con un’italiana, molti interessi in altri campi. Da tutto questo è nato questo cd in cui ci sono tre inediti, due cover e otto brani del mio repertorio».
Sono quasi irriconoscibili: hanno preso una veste confidenziale, a metà tra il jazz vocale e il suono latino.
«Di alcuni miei vecchi pezzi avevo praticamente perso il significato originale. Your mirror, per esempio. Oppure Holding back the years. Allora mi sono detto che le nuove versioni avrebbero dovuto sembrare senza tempo. D’altronde un pezzo di Marvin Gaye o dei Rolling Stones o di Miles Davis ha proprio questa caratteristica no? Io ci provo. D'altronde non ne posso più di rapper e tettone in piscina».
Lei era il testimonial di un certo tipo di musica festaiola.
«Per fortuna sono entrato nello showbiz quando avevo già quasi 25 anni e quindi sono riuscito a sopravvivere a tutta questa gente che ti fa andare a dormire tardi, che organizza feste, ti invita ai brindisi, ti offre la polverina eccetera. Spero che chi ha la sorte di far parte di questo circo già da giovanissimo, come la strepitosa Joss Stone, sia ben protetta: altrimenti rischia di fare la fine di Janis Joplin».
Ma da che cosa dipende questo suo cambio di marcia?
«A 45 anni la voce diventa più profonda e matura. Ora posso cantare con riflessi che prima non avevo. E certe canzoni possono essere credibili solo se hai la voce di chi ha vissuto».
Come vive?
«Produco Nero d’Avola in Sicilia.

E ho appena comprato 44 miglia del fiume Finn, in Irlanda, pieno di salmoni. Mi sento responsabile di quell’ecosistema, cerco di lanciare prodotti e iniziative che lo arricchiscano. Credo che tra il vino, il fiume e la mia musica ci sia un vincolo fortissimo che dà un senso alla mia vita».

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