nostro inviato a L’Aquila
Centinaia di reticoli di tubi dorati, un rintocco a ogni passo, come quando si cammina nel buio, nel silenzio spesso di un luogo dove non abita più nessuno. Una breccia che si apre in un muro antico, una seggiola di paglia, una cascata di macerie lungo le scale. L’eco di una ruspa lontanissima. Il centro proibito dell’Aquila è ancora chiuso, ed è deserto. Nessuno può addentrarsi qui senza autorizzazione. Si cammina oltrepassando sbarre di ferro, con il casco in testa, in ogni strada si viene avvisati da chi ci accompagna: «Attenzione, lontano dalle grondaie!». Balconi storti, tegole inclinate, muri puntellati con pazienza: tutto sembra sorretto da un equilibrio precario, eppure non fa paura camminare dove nessuno può venire a vedere. L’Aquila inaccessibile è ferma, macerata, silenziosa, una città dove non esiste vita neppure sui tetti.
Il centro storico oltre la chiesa delle Anime Sante è un luogo che ha la fissità degli affreschi rovinati, bellissimo, sfasciato, vergognosamente lasciato all’abbandono. Da quando la Protezione civile è andata via dall’Aquila, qui non è stato fatto quasi niente. Nessun palazzo abbattuto, nessun tentativo di ristrutturazione, non esiste un piano di intervento. Il 5 gennaio in consiglio comunale è accaduto un fatto politico eccezionale: l’ex sindaco dell’Aquila e ora presidente della commissione «Garanzia e controllo», Enzo Lombardi (Pdl), ha depositato con il presidente del Consiglio comunale, Carlo Benedetti (Comunisti italiani), una mozione in cui si chiede al sindaco Massimo Cialente di cambiare registro e iniziare a ristrutturare il centro storico sul modello del progetto «Case» di Berlusconi e Bertolaso.
L’incredibile richiesta del Pdci e di un esponente di centrodestra aggiunge che alcuni consiglieri comunali «prenderanno contatto» con Bertolaso e Berlusconi nei prossimi giorni. Insomma, così non si può andare avanti. E se addirittura un comunista chiede che Bertolaso torni a occuparsi dell’Aquila, significa che la situazione è davvero disperata. Già due consiglieri di Rifondazione comunista hanno lasciato la maggioranza guidata da Cialente. Ora arriva quest’atto ufficiale, sottoscritto anche dal capogruppo Pd Vito Albano e dal capogruppo Pdl Franco Mucciante. La situazione del centro storico dell’Aquila, si legge nella mozione, «è aggravata dalle scelte non chiare nella tempistica e nelle modalità degli interventi sinora proposti», con indicazioni «poco condivisibili e farraginose».
Si invita quindi il sindaco e la giunta «a compiere, entro 10 giorni dall’approvazione della presente mozione, ogni attività monocratica e deliberativa necessaria a chiedere e promuovere» un intervento straordinario del governo e del parlamento. Tale intervento, si legge, «potrebbe essere calibrato sul modello del progetto Case idoneo per progettare, avviare e completare entro 12 mesi» la ristrutturazione di parte del centro, «almeno sull’asse corso Federico II-corso Vittorio Emanuele».
Il piano edilizio tanto criticato dal Pd e dall’Italia dei Valori, messo all’indice dal film Draquila di Sabina Guzzanti, ossia le 185 palazzine costruite dalla Protezione civile con il coordinamento del governo, sono definite adesso l’esempio cui guardare per la ricostruzione del centro dell’Aquila. «È una proposta rivoluzionaria questa - ha dichiarato l’esponente del Pdci Benedetti, presentando l’iniziativa - perché va ad invertire l’ordine prestabilito di una ricostruzione lenta e farraginosa che lascia molto a desiderare». E l’ex sindaco Lombardi spiega che nei prossimi giorni si recherà a Roma per incontrare Bertolaso, ed eventualmente Berlusconi: «La gente vorrebbe che la Protezione civile tornasse all’Aquila. Il nostro centro storico non ha bisogno di una nuova pianificazione, ma che siano subito avviati gli interventi su una serie di palazzi storici e pubblici sui quali si può procedere con facilità».
I «proponenti della presente mozione», si legge infine, «sono autorizzati ad avviare immediatamente i necessari contatti con il presidente Berlusconi e con il governo».
Lunedì la mozione sarà discussa dal consiglio comunale. Se l’amministrazione aquilana deciderà di ristrutturare il centro storico sul modello Berlusconi-Bertolaso, il sindaco Cialente, e tutta la sinistra, dovranno arrendersi all’evidenza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.