Analisi costi-benefici. Per Massimo Giletti non basta guardare lo stipendio del conduttore di turno: «C’è un mercato, contano i guadagni della pubblicità». Giletti lavora da anni in Rai (ora conduce L’Arena, striscia di attualità all’interno di Domenica In), ma dice che, «da cittadino», più che altro gli interessano gli introiti finali per le casse della Rai.
Che ne pensa del milione a Bonolis per Sanremo?
«Credo che chi vive normalmente, con mille euro al mese, accetti una notizia del genere con difficoltà. Soprattutto in questo momento di crisi».
Ma?
«La Rai raccoglie la maggior parte degli introiti pubblicitari da Sanremo, e Bonolis è una garanzia di successo. C’è un mercato. Poi si può discutere, per carità. Ma è il mercato che conta».
Questa polemica è solo moralismo o lo scandalo c’è?
«I conduttori portano gli incassi. Per tagliare ci sarebbero molti altri luoghi».
Per esempio?
«Servirebbe un’Arena per discuterne. Ma la tv è volto, immagine. E Bonolis è uno dei volti più importanti del sistema. La pubblicità si vende sul suo nome: è il suo Sanremo. Questo è il mercato, che ci piaccia o no».
È convinto che la scelta sia utile?
«Bonolis è uno dei grandi nomi della tv. Per la Rai gli incassi pubblicitari di Sanremo sono uno dei punti di massima entrata in tutto l’anno. Quindi va bene il moralismo, va bene fare filosofia ma, alla fine, contano i fatti. Cioè, per la Rai, le entrate fortissime».
Aldo Grasso sul «Corriere» ha ricordato che Obama ha fissato un tetto di 500mila dollari per gli stipendi dei manager delle aziende che beneficiano dei fondi di salvataggio. Il confronto non è automatico?
«La critica va bene, credo che Grasso si riferisse soprattutto alla tv pubblica. Ma ricordiamoci che la Rai fa un accordo con Sanremo, la kermesse dev’essere importante. Il problema è che spesso ci sono troppi farisei quando si parla di questi argomenti».
C’è troppo moralismo?
«Il problema è soltanto uno: la Rai ha fatto bene i conti costi-benefici? Penso di sì. Da cittadino vorrei sapere solo questo. Certo poi può dar fastidio, come i milioni dei calciatori. Ma il mondo dello spettacolo e del calcio hanno parametri lontani dalla realtà».
Quindi è normale?
«Diciamo che è normale, nell’anormalità».
È vero che il suo stipendio è molto alto?
«Magari. Ho un ottimo stipendio, ma per mia sfortuna non sono ai massimi...».
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