I «gladiatori» lasciano il Colosseo

La protesta, almeno quella plateale, è finita. Ieri sera, poco dopo le 21, i vigilantes dell’istituto Urbe hanno abbandonato l’arena. Sono scesi dal terzo anello del Colosseo che occupavano ormai da venerdì e, accolti da acclamazioni e applausi, hanno salutato il proscenio a bordo di alcune ambulanze. La trattativa per farli finalmente desistere ha visto il Campidoglio schierato in prima fila: Gianni Alemanno ha raggiunto telefonicamente i «ribelli» e ha discusso con loro per circa 5 minuti a proposito della contestata privatizzazione. Il vicesindaco Mauro Cutrufo, che dall’inizio della vicenda ha indossato i panni di mediatore, li ha incontrati sul posto, quasi a metà strada, al primo anello. Hanno parlato, lo hanno ascoltato, hanno capito che era il momento di levare le tende. «Sono convinti - ha commentato Cutrufo - di aver fatto una giusta battaglia soprattutto per quanto riguarda l’aspetto salariale. Ho sentito il prefetto Giuseppe Pecoraro, è soddisfatto per la felice conclusione della vicenda».
A porre le basi per la discesa era stata una riunione di sei ore e mezza, un vertice fiume per capirci finalmente qualcosa. C’erano tutti in Prefettura ieri per discutere del futuro dei lavoratori, mancavano soltanto i veri protagonisti della vicenda, i sei «gladiatori» che in quel momento si trovavano ancora sul monumento-simbolo di Roma; sei e non sette perché uno di loro, Giorgio Gori, aveva già raggiunto l’ospedale San Giovanni per problemi di salute che lo hanno persuaso, anche come segnale di distensione, a lasciare per primo la compagnia. Il tavolo ha permesso di gettare luce su alcuni punti: primo, c’è una forte divisione interna tra i sindacati, che ha contribuito a fare andare le cose per le lunghe. Quelli di base volevano trattare in maniera separata dai confederali, ma sono stati convocati insieme e si è rischiato lo stallo. Poi, a fatica, a piccoli passi, riga dopo riga, è stato compilato un documento. In sostanza ammette che la vicenda è complessa e che si rende necessario l’intervento del Governo per fornire dei chiarimenti. Il motivo? «Esistono - si legge - aspetti normativi non perfettamente allineati. Pertanto è necessario rappresentare alla presidenza del Consiglio la situazione al fine di ricevere una sollecita risposta». Poche parole, non proprio di evidenza immediata, ma che hanno un significato lampante: nel processo di trasformazione dell’istituto da ente pubblico a soggetto privato c’è stato qualche intoppo, che deve essere chiarito. Quando? Presto, si parla già della prossima settimana.
Perciò manifestare non è stato vano, tutt’altro: i vigilantes avranno i segnali che stanno cercando. E una parte considerevole del merito va al Comune, che dall’inizio di questa vicenda si è schierato dalla loro parte. Ai piedi del Colosseo, nel pomeriggio, ha invece parlato Ambrogio D’Iori, che si è occupato a lungo di paghe e contributi per la società. E ha spiegato che con la privatizzazione le guardie giurate riceveranno in busta circa 200 euro in meno: «Con il vecchio regime ciascuno di loro portava a casa, netti, circa 1.110 euro.

Il nuovo contratto ne taglia in partenza 150 e abolisce l’indennità di contingenza che può arrivare, per i più anziani, anche a 90 euro mensili. Inoltre c’è il congelamento degli scatti d’anzianità: per molti sarà come ricominciare dal primo giorno di lavoro».

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