I nuovi libri? Low cost e a domicilio

S e Maometto non va alla montagna, la montagna va da Maometto. È la nuova filosofia di librerie e case editrici, che per catturare il lettore pigro o distratto, escogitano formule di vendita anticrisi, progetti «a tempo» e ricette low cost. C’è chi si inventa i formati tascabili, chi si avventura tra le fitte trame della Rete, chi rispolvera i mercatini dell’usato e chi debutta nella vendita “on the road”. Il libro è servito, in tutte le salse e per tutti i palati. Condito con lo sconto, incartato nell’offerta speciale, consegnato al domicilio con un tir. È questa l’ultima invenzione dell’editore milanese Mursia, che ispirandosi agli antichi venditori ambulanti, ha lanciato il progetto “Passapartù”: una flotta di container su due ruote, che dal gennaio 2010 porteranno volumi, scrittori ed eventi nelle piccole e medie città italiane. Il container, una volta giunto a destinazione, si aprirà a ventaglio trasformandosi in una grande libreria di 80 metri quadri - e 4mila volumi - dotata di ogni confort: postazioni Internet, un’area conferenze, una sala video-giochi (realizzata in collaborazione con Nintendo) e persino un angolo per happy hour. “Vogliamo rompere gli schemi classici del mercato e portare i libri direttamente ai cittadini, privilegiando i piccoli comuni dove le librerie scarseggiano, così come gli eventi culturali” spiega Fiorenza Mursia. Ciascun tir, in accordo con le amministrazioni locali, si fermerà in città tre settimane, scandite da incontri con gli autori, dibattiti, giochi per ragazzi e ricerca di nuovi talenti. “Sconvolgeremo la quiete dei piccoli comuni per riaffermare il concetto del ‘pensiero lento’ che presuppone l’ascolto, il confronto, la partecipazione”. L’intento, spiega, “è di rilanciare la cultura non solo come spunto di dibattito, ma anche come forma di divertimento, di socializzazione, per un target il più possibile eterogeneo”. Insomma, mentre le nuove tecnologie sembrano aver colonizzato il mondo a colpi di Facebook e di YouTube, i guru del marketing targato Mursia fanno un passo indietro e tornano all’antico: la vendita “on the road”.
E non sono gli unici. Ad aver compreso che “il futuro è nel passato” sono anche gli organizzatori del più grande evento milanese di “bookcrossing”: lo scambio gratuito di libri. Il “baratto”, per intenderci. Da oggi al 2 dicembre, in collaborazione con l’assessorato alla Cultura del Comune, oltre 5mila volumi saranno “liberati” per le vie della città, per essere raccolti dai milanesi, presi in prestito e quindi lasciati a loro volta al lettore successivo. L’iniziativa, che precede di qualche giorno il “Salone del libro usato” di Marcello dell’Utri (in programma dal 5 all’8 dicembre), coinvolgerà quindici punti nevralgici della metropoli: le piazze San Babila, Scala, Cordusio, Cavour, Piemonte, Cinque Giornate; corso Garibaldi, Genova, Vercelli, Buenos Aires; e le stazioni di Lambrate, Centrale, Cadorna e Bovisa. Le sorprese, però, non finiscono qui. C’è tempo fino al 18 marzo 2010 per visitare “121”, la prima libreria “a tempo” di Milano che - come recita il nome - resterà aperta solo 121 giorni.
Lo spazio, nato da un’idea della galleria Corraini Box e la libreria Abook, è stato appena inaugurato in via Savona 17/5, secondo la formula del “temporary shop”: arredi di design, un fitto programma di incontri e laboratori e, soprattutto, “un rinnovo costante delle proposte, che spaziano dal design all’arte, dall’architettura alla fotografia, dalla moda ai libri per l’infanzia”, sottolinea Marzia Corraini, ideatrice del progetto insieme a Maurizio Corraini e Fabio Castelli. Crediamo – spiega - nella sinergia tra questi prodotti e un quartiere come Tortona, tra i più vivaci e interessanti di Milano per la sua vocazione al design e alla creatività. In questo senso, ci piaceva creare un punto di riferimento nel settore, che accanto ai nostri libri portasse in vetrina autori e designer internazionali, frutto di un lavoro di ricerca e selezione nelle maggiori fiere europee”.

Una scelta di parte ma ragionata, “filtrata dal nostro sguardo, dalla qualità della grafica, dall’originalità”. “Crediamo sia importante - conclude - dare un’impronta. Soprattutto quando si lavora a un progetto ‘a tempo’ che fa del limite un valore aggiunto”.

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