I segreti della Luna nuova? Brutta ma veloce

Shosholoza cavia per Alinghi in un momento che vede la bellezza delle linee sacrificata sull’altare della velocità

I segreti della Luna nuova? Brutta ma veloce

Antonio Vettese

L'unica barca nuova che ha faticato in queste regate di coppa America, la ormai mitica Shosholoza, non ci spiega davvero come saranno «brutte» le nuove barche. Quelle che in questo vero autunno stanno ultimando i progettisti, chiusi nelle loro segrete stanze, con lo sguardo assente dopo notti passate di fronte allo schermo tremolante del computer, rimirando linee che si intrecciano in maniera per i più incomprensibile dalle quali però loro immaginano con massimo gaudio una barca intera. Intanto cos'è Shosholoza? Al di là della firma di Jason Ker probabilmente uno studio preliminare costruito con indicazioni che arrivano da Alinghi. Bisogna infatti sapere che Mediterranean Shipping, sponsor dei sud africani, è stato ed è sponsor tecnico di Alinghi e che l'armatore, il partenopeo Gianluigi Aponte, è uno dei vicini di casa di Ernesto Bertarelli. Il comandante Salvatore Sarno, che gestisce il sindacato con estrema simpatia, è uno dei comandanti storici della compagnia, nel tempo divenuto fraterno amico e spalla dell'armatore. Fin qui niente di strano, il problema vero è che l'equipaggio della barca sudafricana non è molto pratico e che le indicazioni sulla velocità della barca non sono del tutto utili a una analisi vera. Il risultato è che non sappiamo quanto la nuova generazione somiglierà alla vecchia perché non si capisce se sta barca è veloce davvero.
Al momento ci sono due tendenze: chi vuole la «cassa da morto» brutta da vedere ma efficace, più larga e spigolosa e chi punta alla barca tondeggiante, ben avviata. Questa parola ricorda il tempo in cui i maestri d'ascia non facevano nessun progetto ma si limitavano a costruire un modello di legno e a palparlo rimirandolo contro luce. Una roba da feticisti, ma non sappiamo scegliere tra quelli che guardano il video e quelli che toccano...
Le linee avviate insomma sono quelle tese, pulite. Sono certamente più scorrevoli perché l'acqua scivola facile. Ma questo può non bastare, ci sono altre cose che fanno andare avanti la barca. Cerchiamo di spiegare: tra il regolamento in versione Auckland e quello Valencia c'è una forte differenza nella pressione che le vele esercitano sull'albero e che va in qualche modo contrastata per non finire con la barca sdraiata sul mare per la forza del vento. Le rande, la grande vela dietro l'albero, con la cima squadrata sempre più grande per cercare vento pulito, esercitano molta più pressione e più in alto sull'albero. Le rande somigliano sempre di più ad ali a larghezza costante, più efficienti di quelle triangolari.
L'aumento della superficie dello spinnaker, anche i genoa con le stecche sempre nella parte alta contribuiscono a questa maggiore pressione. Per opporsi a questa forza enorme si usa il piombo del bulbo, e parliamo di una ventina di tonnellate a quattro metri di profondità: provate a prenderle in testa... Però il piombo è limitato dal peso complessivo della barca e per recuperare quello che in gergo si chiama raddrizzamento e dare potenza alla barca si usa anche la forma della barca sott'acqua. E allora ecco gli scafi squadrati, le casse da morto che rendono più radicale l'effetto della forma. Un paragone automobilistico? Provate a pensare all'incidenza degli alettoni, forza che tiene al suolo le auto che altrimenti prenderebbero agilmente il volo.
In realtà dai tempi del Moro di Venezia di Raul Gardini, unico disco volante che sfruttava la larghezza massima consentita, le barche sono state sempre più strette e affilate. La previsione? Qualcuno proverà a farle di nuovo più larghe, meno siluri. Inutile chiedere a chi sta lavorando anticipazioni. Il pool di progettisti di Luna Rossa, una quindicina di persone coordinate da Claudio Maletto e Bruce Nelson è protetto da una cortina di fumo come fosse la corazzata Bismarck in navigazione nel mare del nord.

Giovanni Ceccarelli di +39 risponde ni anche se gli chiedi se le barche hanno la vela. Harry Dunning di Mascalzone Latino Capitalia preferisce dirti che sta cercando un Lambrettone d'epoca, perché fa molto Vacanze romane ma si fa beccare mentre fotografa Alinghi.

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