«Inopportuno»: scintille Agnelli-Abete

«Inopportuno»: scintille Agnelli-Abete

TorinoC'è poco da fare: la Juventus e la Figc non si prendono proprio. Nel senso che non si piacciono. E, appena possono, si punzecchiano, si mandano messaggi più o meno criptati, si danno appuntamento nei tribunali di mezza Italia (presso il Tar del Lazio pende sempre la richiesta di risarcimento danni fatta dai bianconeri alla Figc per un ammontare di 443 milioni e spiccioli) e via di questo passo. Così, anche nella settimana di Milan-Juventus, quando la logica vorrebbe che si parlasse solo di calcio giocato, la miccia della polemica è stata accesa. E nessuno ha avuto il buon gusto, se non di porgere l'altra guancia, almeno di fare finta di nulla. In attesa di ulteriori puntate che certamente arriveranno non fosse altro perché ancora non si sa se Ibrahimovic sarà della partita - senza nemmeno dimenticare le frecciatine di Allegri sul gol di Chiellini contro il Catania, secondo il tecnico milanista da annullare se si fosse adottato lo stesso metodo di valutazione usato per lo strapotere fisico del Gulliver svedese -, ieri Andrea Agnelli (nella foto) e Giancarlo Abete se le sono cantate a distanza. «Ho trovato certe dichiarazioni del presidente federale decisamente inopportune», ha detto il numero uno bianconero riferendosi alle parole del numero uno di via Allegri secondo cui «sono state forti le dichiarazioni pronunciate di recente da Conte: ci vorrebbe un comportamento coerente, sia dopo un torto subìto che dopo un'ottima prestazione dell'arbitro».
Punto sul vivo, Agnelli ha reagito: «Mi rendo conto che ci sia un po' di nervosismo. Ognuno cerca di tutelare il proprio interesse, ma commentare solo le parole del nostro allenatore mi è sembrata una mancanza di stile. La Juve si limita a riferire le proprie posizioni: noto invece che in questo momento tante persone si divertono a commentare le nostre vicende. Non ci sta bene: ognuno dovrebbe pensare alle questioni di casa sua». Finita qui? Macchè: «Penso di essere stato molto chiaro, sottolineando anche che alcune polemiche sono normali e fanno parte delle logiche di accompagnamento ai grandi match - la replica di Abete -. Se c'è una volontà strumentale a polemizzare non è la mia. Come sempre, per il ruolo che ricopro, ho il massimo equilibrio e rispetto per le dirigenze e i grandi club».
Così è, a quattro giorni dal match che tanto potrebbe dire sul futuro del campionato: «Noi juventini abbiamo un gran privilegio, quello di essere molto sereni - ha proseguito Agnelli, a margine della presentazione della candidatura di Torino capitale europea dello sport 2015 -. Affrontiamo il Milan sapendo che è la squadra sicuramente favorita per il titolo: sono i campioni d'Italia in carica e ancora in corsa per la Champions League. Andiamo a giocare una bella partita che aspettiamo da tanto tempo». Si riuscisse a non rovinarne l'avvicinamento, sarebbe una gran cosa.


Nel frattempo, la squadra ha ripreso a lavorare dopo due giorni di riposo: scontata la conferma del 3-5-2, meno la scelta dei due attaccanti titolari. Ammesso che, nell'infinito post Calciopoli che durerà chissà fino a quando, le partite di pallone interessino davvero a qualcuno.

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