Ai politici fa bene assomigliare alle soubrette

Essere sotto il controllo dei mezzi di informazione evita abusi e scandali

Agli inizi della mia attività di sociologo, ho condotto una ricerca sul divismo a cui ho dato il titolo L'élite senza potere. Essa è formata da attori, cantanti, presentatori, soubrette televisive, ma anche da governanti stranieri come la regina d'Inghilterra, il presidente degli Stati Uniti, l'imperatrice Soraya, tutte persone senza potere politico in Italia. Ciò che accomuna questi personaggi è di essere oggetto del pettegolezzo collettivo. I mezzi di comunicazione di massa li seguono in casa, in vacanza, in camera da letto. Con le telecamere, coi teleobbiettivi. Parlano in modo dettagliato dei loro matrimoni, dei loro figli, delle loro storie d'amore, dei loro divorzi. Gli stessi mezzi invece sono totalmente indifferenti alla vita privata dei politici italiani che allora erano De Gasperi, Fanfani, Nenni, Saragat, Andreotti.

Questa distinzione netta non esiste nei Paesi anglosassoni dove, invece, la vita privata dei politici e dei grandi funzionari viene passata al setaccio come e più di quella dei divi. Tant'è vero che continuano a emergere scandali erotico-sentimentali che talvolta costano la carriera politica. Ricordiamo i casi di Profumo, di Gary Hart, di Clinton. Noi italiani giudichiamo gli anglosassoni codini e puritani e noi stessi tolleranti e superiori. Cosa ci importa se un ministro frequenta le discoteche o ha delle amanti? Però gli anglosassoni non sono così sciocchi come pensiamo. Non vogliono scegliere i loro candidati solo in base alle promesse che fanno. Vogliono vedere dove vivono, con chi vivono, come vivono, come agiscono nella vita reale.

E in Italia il nostro disinteresse è indice di tolleranza o di una stampa timorosa dei potenti? Io propendo per questa ipotesi e penso che anche da noi in futuro le cose cambieranno.

I numerosi episodi di corruzione, vedere politici che si arricchiscono col denaro pubblico, partiti che si distribuiscono il denaro dei clienti delle banche da loro controllate mentre cresce la disoccupazione, sta spingendo gli italiani a voler conoscere più da vicino i loro politici, sapere come si sono arricchiti, dove vivono, come passano le vacanze e con chi le passano. Solo una vigilanza di questo genere può frenare gli abusi compiuti finora.

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