Gli alfaniani nel panico rischiano di sparire

Con il nuovo corso renziano al Ncd resterebbero solo due ministri. E senza vice premier

Gli alfaniani nel panico rischiano di sparire

Roma - La staffetta prende forma, con Matteo Renzi sempre più tentato dalla possibilità di imboccare la scorciatoia verso Palazzo Chigi senza passare dalla casella elezioni, diventando il terzo premier consecutivo senza legittimazione popolare. Una soluzione che smentisce le promesse non solo dello stesso segretario del Pd, ma anche del principale alleato di Enrico Letta: il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano.
Nel mezzo del braccio di ferro tra il sindaco del Pd e il presidente del Consiglio, Roberto Formigoni mette il dito nel caos democratico. «Sembra che Letta stia compilando la lista dei ministri per il Letta-bis, e Renzi la lista dei ministri per il Renzi 1» scrive su Twitter. «Grande è sotto il cielo la fantasia del Pd! Renzi e Letta sono ormai arrivati ai colpi bassi. Basta così, entro giovedì Pd faccia con chiarezza la sua unica proposta, o Ncd non ci sta». Stesse parole pronunciate sul filo della preoccupazione da Angelino Alfano. «Il Pd dica con chiarezza se intende continuare a sostenere il governo Letta o meno». E Roberta Angelilli puntualizza: «Non crediamo a Renzi salvatore della patria, serve una squadra orientata in vista del semestre europeo, non un solista».
Alfano, insomma, non brinda al nuovo corso. Tanto più che le prime indiscrezioni sul possibile esecutivo Renzi raccontano di una squadra di 12 ministri: 10 del Pd, 2 di Ncd, 1 di Scelta civica e uno di Sel. Il sindaco di Firenze non vorrebbe, però, assegnare ministeri di peso agli alfaniani a cui sarebbero preclusi l'Economia, l'Interno, la Giustizia e il posto da vicepremier. L'idea del segretario è chiara: se scendo in campo, le poltrone pesanti spettano a me. Si vocifera, pertanto, che agli alfaniani potrebbe spettare la Difesa e un ministero minore. Non è chiaro se Alfano resterà personalmente nell'esecutivo o prenderà in mano il partito (come pure qualcuno dall'interno di Ncd gli suggerisce). Al ridimensionamento di Ncd, però, fanno notare dalle file parlamentari, farebbe da contrappeso di un esecutivo di lunga durata e maggiore respiro per la costruzione e la tenuta del partito.
Nell'eventuale governo Renzi entrerebbe di sicuro Scelta civica che potrebbe essere premiata con un ministro donna. «Non sarò io» dice il segretario Stefania Giannini «ho troppo da fare a tenere insieme la mia piccola tribù. La nostra posizione è che o si concede piena fiducia a Letta oppure meglio scegliere una prospettiva di riformismo di lungo periodo con Renzi». Alcune voci indicano Irene Tinagli come possibile candidata «civica». Per Sel, invece, potrebbe esserci Gennaro Migliore. Le caselle Pd andrebbero a uomini di stretta fiducia renziana, come Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica Group, al posto di Flavio Zanonato allo Sviluppo; Graziano Delrio all'Interno, Maria Elena Boschi alle Riforme, Chiara Braga all'Ambiente, forse Paolo De Castro all'Agricoltura (che vorrebbe restare in Europa).

Resta da individuare il successore di Fabrizio Saccomanni. L'identikit porterebbe a una figura capace di negoziare con Bruxelles lo sforamento del 3%. Una personalità non facile da individuare nell'inner circle renziano.

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