All’asta pezzi di isole, bufera sulle Tremiti

Per rimpinguare le casse vuote il Comune vende terreni edificabili. Contro il parere della Regione

All’asta pezzi di isole,  bufera sulle Tremiti
Il bando si chiude domani alle 13, sabato prossimo invece si aprono le buste: quel giorno si conoscerà il destino di sette ettari di terreni edificabili delle Isole Tremiti, suoli messi all’asta dal Comune per salvare il salvabile e ripianare un bilancio che versa in profondo rosso.

Insomma, chi pensava (o forse sperava) che l’annuncio della vendita spuntato recentemente da questo angolo di paradiso in Adriatico fosse soltanto una trovata per fare un po’ di rumore e richiamare magari l’attenzione sulle perle del Gargano, si è dovuto ben presto ricredere: il bando non solo c’è, ma non è stato revocato e neanche modificato; inoltre proprio tre giorni fa è stato firmato anche un avviso pubblico per ricordare la scadenza dei termini e la macchina procedurale viaggia quindi a pieno regime.

Risultato: l’asta si svolgerà con «il criterio – come è scritto nella delibera - dell’offerta economicamente più vantaggiosa rispetto all’importo di base per l’alienazione degli immobili» e nel giro di pochi giorni il destino delle Isole Tremiti potrebbe prendere una direzione ben precisa. E così adesso, sull’arcipelago che incantò Lucio Dalla, il quale amava rifugiarsi da queste parti e trascorrere lunghi periodi nella sua villa affacciata sulla suggestiva cala Matana, incombe lo spauracchio di una possibile cementificazione.

Su quei suoli finiti all’asta dovrebbero sorgere case.

L’area rientra nel piano di edilizia economica e popolare. In vendita ci sono 31.585 metri quadrati a San Domino, con una base d’asta di 370.536 euro, e 37.046 a San Nicola: in questo caso si parte da 363.825 euro.

Si tratta di terreni giudicati edificabili dalle precedenti amministrazioni. Attualmente il Comune è retto dal commissario prefettizio Carmela Palumbo, che ha assunto la guida dopo le dimissioni di Giuseppe Calabrese, per oltre quindici anni ben saldo sulla poltrona di sindaco, noto tra l’altro per la sua amicizia con Gheddafi. Al punto che proprio il vulcanico ex primo cittadino non esitò a difendere il leader libico anche nelle fasi drammatiche della rivolta che ha spazzato via il regime.

Il Comune con la cessione dei terreni all’asta spera di ricavare una bella boccata d’ossigeno: fatti i conti si tratta di quattro milioni e settantamila euro, soldi necessari per arginare la voragine del bilancio e allontanare definitivamente l’incubo del dissesto.

La vendita viene quindi ritenuta non solo opportuna, ma necessaria. Tanto più che il commissario prefettizio smentisce categoricamente l’inquietante prospettiva di una colata di cemento indiscriminata su quella che a giusta ragione viene ritenuta un’oasi incontaminata nel bel mezzo dell’Adriatico, ulivi che coprono la roccia e accarezzano un mare cristallino.

«Ci siamo attenuti – ha spiegato Carmela Palumbo – a quel che è stato deciso da uno strumento urbanistico precedentemente approvato dalla regione, una pratica che conteneva tutti pareri positivi; abbiamo ricevuto dalla Regione – ha aggiunto – solo una richiesta di notizie in cui ci domandavano se il bando fosse conforme».

Tra l’altro, fanno notare dal Comune, prima della predisposizione del documento è stata interpellata anche la comunità tremitese. Che a quanto pare avrebbe però gradito un diritto di prelazione all’acquisto dei lotti.

Comunque sia, dalla Regione ieri è partita una perentoria lettera di diffida da parte dell’assessore all’Urbanistica, Angela Barbanente, che già aveva tuonato

contro il progetto di vendita all’asta. Lo scontro da una parte all’altra dell’Adriatico è totale, ed è solo all’inizio. Ma intanto le lancette verso l’apertura delle buste con le offerte continuano a scorrere inesorabilmente.

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