AMATA E COCCOLATA Era figlia unica, il papà lavora come piastrellista. Alla notizia la mamma si è sentita male

AMATA E COCCOLATA Era figlia unica, il papà lavora come piastrellista. Alla notizia la mamma si è sentita male

BrindisiIl suo sorriso è stato cancellato quando è scesa dal pullman e si è avvicinata al muretto della scuola, dove sull’asfalto ci sono ancora un quaderno rosso, le pagine di un diario che la brezza del mattino agita una dopo l’altra come per raccontare la storia di quelle ragazze innocenti, i brandelli di uno zaino e i fogli di carta che volteggiano a pochi passi dall’ingresso. Lei si chiamava Melissa Bassi, sedici anni, la gioia di vivere riflessa nel volto incorniciato dai capelli ramati, gli occhi grandi e lucenti che rivelano sogni e speranze. Ma all’improvviso è stato tutto spazzato via da quelle bombe che hanno colpito al cuore la città: la ragazza è stata travolta dall’esplosione mentre era in attesa di entrare in classe e non c’è stato niente da fare. Nel giro di pochi istanti l’orrore è rimbalzato fino a Mesagne, poco meno di ventottomila abitanti, una decina di chilometri da Brindisi: qui c’è la casa di Melissa, qui gli amici e i parenti ripetono che era «una bravissima ragazza, buoni voti a scuola, niente discoteca e una grande passione per la moda», qui la gente passa e piange in silenzio dinanzi al portone marrone dell’abitazione, monumento a un dolore che nessuno può spiegare.
Era figlia unica, Melissa. Il padre, Massimo, ha 48 anni e fa il piastrellista; la madre, Rita, ha 45 anni, ed è casalinga: quando ha appreso la notizia la donna si è sentita male ed è stata ricoverata in ospedale. La ragazza era molto coccolata, la gioia di una famiglia unita che ruotava attorno a lei. Ogni mattina prendeva il pullman per raggiungere l'istituto professionale: frequentava la seconda E, aveva la passione per la moda e nel cassetto aveva il sogno di diventare stilista. Proprio ieri sera avrebbe dovuto organizzare una sfilata insieme all’amica di sempre, Veronica Capodieci, rimasta gravemente ferita nella mattinata di follia e morte che s'è consumata dinanzi alla scuola, dove le amiche piangono e ripetono che «adesso non si sa se torneremo in classe, manca una parte fondamentale». Una ragazza allegra, una persona solare. Così viene ricordata Melissa a Mesagne, dinanzi alla casa al numero 86 di via Torre. Nell’appartamento c'è il padre: piange, cerca di asciugarsi le lacrime con un fazzoletto, ha il volto tra le mani; e poi ci sono un amico, la cognata e la nonna della ragazza, che ricordano il carattere spensierato di quella ragazza, che da qualche tempo aveva un fidanzatino che si chiama Mario. Lei non aveva grilli per la testa, usciva poco, non andava in discoteca, in tutto 47 amici su Facebook, insomma una vita tranquilla: la sua unica passione era la moda e per questo aveva deciso di iscriversi all'istituto tecnico di Brindisi. E mentre Mesagne sprofonda nel dolore, sui social network si accavallano i messaggi che ricordano Melissa. «Sei un angelo andato via», c'è scritto su Facebook; e ancora: «Piccola stellina che oggi brilla in cielo», «sei un fiore che non appassirà»; una madre invece rivela: «Mio figlio mi ha vista piangere e non ho avuto il coraggio di spiegare perché».
In queste ore a Brindisi e Mesagne il dolore si mescola alla rabbia. E su Facebook la gente accusa: «Infami, guardate la vita che avete strappato». E c’è chi chiede la pena di morte. Il sindaco di Mesagne, Franco Scoditti, racconta il suo incontro con i genitori di lei. «Era figlia unica - dichiara - e ovviamente era una ragazza molto amata, era la gioia di questi genitori che vivevano per lei. Il papà e la mamma della ragazza sono tornati a Mesagne dopo essere stati nell'obitorio dell'ospedale di Brindisi e ora sono nella loro casa, distrutti.

Quando li ho incontrati non sono riuscito a trovare parole di conforto». E intanto sugli schermi dei computer affiorano le immagini della ragazza sorridente: è a scuola, è in un grande prato, sorride come sempre, gli occhi brillano, frammenti di una vita felice cancellata in un istante.

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