Berlusconi: «Non sono un santo Chi mi accusa ha perso credibilità»

nostro inviato a Urago d’Oglio (Bs)

Allarga le braccia e sorride: «Non sono un santo». Risponde così, con ironia, il premier Silvio Berlusconi alla bagarre montata sul «caso D’Addario» e sulle presunte telefonate registrate. «Ci sono in giro un sacco di belle figliole - scherza -. Non sono un santo. Lo avete capito tutti, speriamo lo capiscano anche quelli di Repubblica». Sdrammatizza, alla sua maniera. E lo fa, schietto, dal palco dell’inaugurazione dei lavori dell’autostrada lombarda Brebemi. Una volta rientrato a Roma per la riunione della direzione nazionale del Pdl, torna sulla polemica delle cene a villa Grazioli con un’altra battuta: «A casa del premier, come sapete, non ci sono solo veline, ma anche capi di Stato, di governo e le loro famiglie. A casa mia non succede nulla di disdicevole. Ho stile e decoro». La sinistra, aggiunge, non avendo argomenti politici, utilizza questi strumenti e cerca di far fuori la persona. «Ma tutto si ritorcerà contro di loro, da cacciatori saranno cacciati. Gli italiani non sono sciocchi. Chi mi accusa ha perso credibilità». Poi scherza sulla sua vita privata e racconta di essere andato in ospedale a trovare sua figlia Barbara che ha dato alla luce il secondo figlio: «Ho trovato il mio nipotino più grande, di un anno e mezzo, che firmava autografi alle infermiere».
Liquidati i pettegolezzi, con i toni che i pettegolezzi si meritano, Berlusconi torna a parlare di infrastrutture, al Nord e al Sud, da Milano alla Sicilia, dall’Aquila a Reggio Calabria. «Da qui alla fine dell’anno - annuncia - inaugurerò 19 cantieri». Nei prossimi mesi infatti verranno avviati i lavori di nuove grandi opere per 15 miliardi di euro. Opere che verranno difese dai contestatori con le unghie e con i denti. Se serve perfino con le forze armate. «Lo Stato - spiega Berlusconi - metterà a disposizione le forze armate per difendere le decisioni prese dalle istituzioni».
Non ci saranno, insomma, battute d’arresto nei lavori. Si comincia dalla Lombardia e dalla Brebemi, l’autostrada che collegherà Milano, Bergamo e Brescia, totalmente autofinanziata in project financing. Berlusconi avvia la betoniera per dare inizio ai lavori di quella che definisce «un’opera indispensabile» e sprona gli operai a organizzarsi per dare vita a un cantiere non stop, giorno e notte. «Così come per i lavori alla Maddalena, realizzati in tre turni per accorciare i tempi, propongo di lavorare qui di notte, sabato e domenica. Se qualcuno degli operai - scherza - vuole venire alla partita del Milan, tranquilli, ve la porto io registrata dopo. Con questo metodo quello che si fa in due mesi si può fare in 17 giorni». In realtà i tempi dei cantieri per costruire l’autostrada lombarda sono già piuttosto ristretti (1.258 giorni). «Ridurremo ancora i tempi delle procedure burocratiche - assicura Berlusconi - per dare un’ulteriore accelerata alla realizzazione delle grandi opere».
La metà degli investimenti previsti per le infrastrutture sono destinati al Sud per un totale di 7 miliardi di euro. «Non è vero che noi siamo distanti dal Mezzogiorno - sostiene il premier - affermo con forza il contrario. Ci saranno grandi opere al Sud con il mio impegno e con l’apertura rapida dei cantieri. Mi impegnerò anche personalmente per la Salerno-Reggio Calabria». Berlusconi non scorda uno dei progetti che gli stanno più a cuore: il ponte sullo Stretto di Messina. «Presto annunceremo anche i tempi della realizzazione e andremo avanti con il progetto». Il partito del Sud, insomma, dovrà ricredersi e battere la ritirata: «Forse al Sud - aggiunge il premier - non abbiamo fatto vedere quanto abbiamo fatto. Non faranno un partito contro di me, si ricrederanno».
Altro cantiere che sta particolarmente a cuore al premier: quello all’Aquila. «Là - sostiene Berlusconi - sta avvenendo un miracolo». E annuncia il via libera alla realizzazione di 2.267 ville prefabbricate da consegnare a settembre, con tanto di frigorifero pieno e prima spesa offerta per tutte le famiglie, come bonus per ricominciare.
«Il governo - puntualizza - è riuscito a fare gli interventi in Abruzzo senza tasse di scopo e senza mettere le mani nelle tasche degli italiani, coprendo il 100 per cento delle spese per la ricostruzione».

Inoltre a tutti i sindaci delle zone terremotate è stata consegnata la prima tranche del finanziamento: «Sono così in grado di rispondere a chi inoltra la domanda per dare il via ai lavori di ricostruzione e messa in ripristino, su fatti minori, delle singole abitazioni».
E proprio dalle infrastrutture potrebbe partire la ripresa economica di cui il premier è certo: «La crisi si è sfogata - sostiene - ora è necessario non avere paura e ripartire».

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