Bersani: "Ho salvato il cervello, non lo do a Renzi"

Bersani attacca: "Questa legge va migliorata". Il premier accusa: "Volevano farmi fuori, ma ho vinto io"

Bersani: "Ho salvato il cervello, non lo do a Renzi"

Continuano le lotte interne al Partito democratico. Nonostante la convalescenza, Pier Luigi Bersani è arrivato a Montecitorio per votare la riforma di legge elettorale, ma non rinuncia a togliersi qualche sassolino dalla scarpa.

"Ho salvato il mio cervello per un pelo e non voglio consegnarlo adesso, mi si lasci libertà di pensiero", attacca Pier Luigi Bersani in un intervista a Skytg24, "Ho fatto eccezione alla convalescenza per venire a votare e fare il mio dovere ma dico che questa legge va migliorata, ci sono cose che non mi convincono. Capisco gli accordi ma mi stupirei se Berlusconi avesse l’ultima parola, non c’è alcuna ragione e in qualche passaggio mi è sembrato questo". Poi smorza i toni: "Con Renzi sono sono leale, ho sentito che parla di complotti ma non sa di chi parla, se ho qualcosa da dire lo dico apertamente, lo facevo con Letta come con Renzi...".

Di certo l'unità del Pd scricchiola, come dimostrano anche le parole dello stesso Matteo Renzi che a Repubblica svela un piano contro di lui: "In questi giorni non si è discusso di donne, si è cercata un’operazione politica per dire che non controllavo il Pd", ha detto il premier, "Usando il voto segreto, qualcuno ha tentato la rivincita cercando di farmi fuori, e ha perso la legge elettorale va ed è solo il primo passo".

"In queste ore si sono fatti sempre più pesanti gli attacchi degli esponenti lettiani contro il Pd", aggiunge poi il deputato democratico Federico Gelli, "Sarebbe opportuno capire se l’ex vicesegretario Enrico Letta condivide certi toni e certe aggressioni e se ci sia lui dietro. Dopo quasi dieci anni di attesa grazie al Pd si cambia finalmente la legge elettorale. Ma alcuni esponenti vicini a Letta parlano addirittura di referendum abrogativo contro una legge votata a stragrande maggioranza dalla direzione Pd: un attacco
senza precedenti ad una decisione presa democraticamente dentro agli organi di partito". Di certo c'è che proprio Enrico Letta, insieme a Pippo Civati, guidano la pattuglia dei 13 "assenti ingiustificati" tra i deputati Pd che non hanno votato per la riforma elettorale.

"Non c’è una congiura, ma certamente c’è qualcuno che anche all’interno del Partito democratico sta cercando di fare saltare il carro", commenta amareggiato Roberto Giachetti ad Agorà, "Tutti quelli che hanno segnato la vita politica degli ultimi anni, non ci hanno mai consentito di approvare una nuova legge elettorale: questo accade perché un signore che si chiama Matteo Renzi ha deciso di caratterizzare la sua battaglia per

la leadership del Partito democratico prendendo questa della legge elettorale come prima iniziativa ed è andato fino in fondo: se non c’era Renzi stavamo ancora in commissione al Senato a fare le audizioni di esperti...".

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