Bus giù dal cavalcavia: la revisione era taroccata

AvellinoLa sera del 28 luglio del 2013, 40 persone persero la vita nel tragico volo del bus, che precipitò dal cavalcavia dell'autostrada Bari–Avellino, all'altezza dello svincolo di Baiano in Irpinia. Nove mesi e cinque giorni dopo si è saputo che il torpedone (che stava tornando da un pellegrinaggio a Pietralcina) di proprietà di Gennaro Maglietta, titolare della Mondo Travel, non poteva circolare.
Dalla Motorizzazione Civile di Napoli, infatti, 4 mesi prima della tragedia, era uscito un falso attestato di revisione del mezzo. Revisione in realtà mai eseguita ma, certificata da un funzionario dell'Ufficio tecnico e una assistente amministrativa della Motorizzazione, che ora sono indagati per falso in atto pubblico. Entrambi sono stati interrogati dai pm della Procura di Avellino, la cui inchiesta è coordinata dal procuratore, Rosario Cantelmo, mentre l'indagine e stata affidata alla Polstrada irpina, diretta dal vicequestore Salvatore Imparato.
Dopo la prima fase della indagine relativa alla ricostruzione dell'incidente (oltre ai 40 morti, otto persone miracolosamente sopravvissero al volo di oltre 30 metri), la Polstrada si è dedicata alla analisi della «vita» del bus. Agli investigatori fu subito chiaro che qualcosa non quadrava riguardo alla revisione del torpedone, un Volvo vecchio di circa 20 anni, che aveva percorso nella sua lunga vita sulle strade di mezza Europa un milione di chilometri. Scavando tra le carte della Motorizzazione è emerso che non solo il Volvo di Lametta non era mai stato sottoposto a revisione ma, addirittura che nemmeno era mai stata presentata la richiesta per essere valutato. Solo successivamente, quando era chiaro che vi era una indagine alla MC è stato infilato nel fascicolo del Volvo una richiesta di prenotazione di revisione del mezzo. La Polstrada irpina ha identificato i due indagati attraverso le password utilizzate il 26 marzo del 2013. Una violazione informatica necessaria per attestare falsamente che il Volvo aveva superato la prova di revisione ma, nel fascicolo mancava la relazione dell'ingegnere della MC chiamato a stabilire se un mezzo ha superato la prova revisione oppure no. Ma, da quanto si apprende da fonti investigative pare che nel passato il Volvo ma anche altri bus di Lametta fossero stati fermati in ambito autostradale dalla Polstrada, non solo Irpina ma di mezza Italia e successivamente contravvenzionati per varie irregolarità.
Ma c'è un sospetto sul quale gli inquirenti stanno cercando di fare chiarezza: e cioè se altre combine siano state compiute alla MC per favorire un altro bus di Lametta.

Oltre ai due dipendenti della MC e a Lametta (che nella tragedia ha perso il fratello Ciro, anch'egli formalmente indagato, conducente del Volvo) sono indagati anche 5 dirigenti della società Autostrade per l'Italia. Una tranche di indagine riguarda anche i criticati new jersey, la barriera protettiva che delimita la sede autostradale.
carminespadafora@gmail.com

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