Il Cav aspetta Renzi al varco "Vediamo se mantiene i patti"

Berlusconi perplesso: "Il governo? Mi sa che non ce la farà". E teme che gli alfaniani affondino l'Italicum. L'appello agli elettori: "Diamo al Paese una maggioranza vera"

Il Cav aspetta Renzi al varco "Vediamo se mantiene i patti"

Roma - Berlusconi è sempre più scettico sebbene al Cavaliere Renzi piaccia. È perplesso sul suo governo e anche in privato ammette: «Mi sa che non ce la farà». La colpa anche dello stesso premier e della sua smisurata ambizione: a palazzo Chigi c'è arrivato con una spudorata manovra di palazzo che, al di là del giudizio prettamente etico, ha avuto un effetto che è sotto gli occhi di tutti. Matteo s'è fatto un sacco di nemici, soprattutto in casa propria, che non vedono l'ora di fargliela pagare. Il risultato finale è che il giovane premier guida un governo la cui maggioranza è risicata, frastagliata, continuamente sotto ricatto della minoranza del Pd e degli altri partitini. Pare che il Cavaliere abbia scorso la lista della squadra di palazzo Chigi scuotendo la testa: «E dove sarebbe la novità?», avrebbe chiesto. Il manuale Cencelli utilizzato per mettere insieme lo staff di governo parla chiaro: «Il premier è e sarà ostaggio dei suoi compagni di viaggio»; Berlusconi lo dice quasi con amarezza. L'apertura di credito a Renzi rimane anche se potrebbe chiudersi a breve. Quando? La prossima settimana sarà cruciale. In Parlamento arriverà l'Italicum, riforma della legge elettorale, frutto dell'accordo tra il Cavaliere e Renzi, siglato a piazza del Nazareno. Ma è proprio sulla riforma del Porcellum che Berlusconi attende il premier al varco: «Vediamo se è in grado di mantenere i patti». Ovvero: i primi di marzo si capirà se Renzi sarà costretto a cedere ad Alfano & C. che vogliono insabbiare l'Italicum legandolo all'approvazione della lunga riforma del Senato facendo sponda con la minoranza del Pd. Berlusconi spera di no ma teme di sì.

Ecco perché, intervenendo in collegamento telefonico con il teatro municipale di Trecate (Novara) per l'inaugurazione di un club Forza Silvio, Berlusconi va a testa bassa contro i «cespugli»: «Dobbiamo dare al paese un governo vero, sostenuto da una maggioranza vera in Parlamento», dice. E ancora, lasciando intendere che al patto sulle riforme crede poco, carica i suoi: «E se sarà formato da un solo partito, Forza Italia, avremo la possibilità di cambiare l'assetto istituzionale del Paese e di cambiare la nostra Costituzione». Traduzione: Renzi è troppo debole per mantenere i patti sottoscritti con noi. Quindi ripete il suo mantra: «Bisogna cambiare l'assetto istituzionale che non consente di governare perché il presidente del Consiglio non ha nessun reale potere. E non può avere insieme al consiglio dei ministri la possibilità di fare lo strumento di tutte le democrazie occidentali, il decreto legge immediatamente efficace dopo la approvazione del Cdm».
Quindi attacca la sinistra, decisiva e determinante in tutte le fasi dell'iter legislativo. «Quando un provvedimento, dopo la firma del presidente della Repubblica, arriva alla Gazzetta Ufficiale, se alla Gazzetta Ufficiale, cioè ai membri di sinistra della Gazzetta Ufficiale, questo provvedimento piace, viene pubblicato subito; se invece gli dispiace, viene pubblicato dopo un po' di giorni».

Una sinistra che resta alternativa ai moderati anche e soprattutto in Europa. L'occasione per ribadirlo, nel giorno del summit del Pse all'Eur, presente Matteo Renzi, è un messaggio spedito ai giovani del Ppe, riunitisi in questi giorni a Roma: «L'Europa è nelle vostre mani - scrive il Cavaliere - La nostra Europa non è quella che una sinistra arroccata ai vecchi privilegi e incapace di aprirsi al futuro vuole imporre. La sinistra europea invece confonde la vera solidarietà con l'assistenzialismo, trasformando gli individui in sudditi».

Durante la telefonata a Trecate, invece, il Cavaliere torna sulla condanna nel processo Mediaset: «Sono stato condannato con una sentenza mostruosa e inverosimile. Bisogna riformare la giustizia», dice.

Il tutto mentre i suoi avvocati, Franco Coppi e Niccolò Ghedini confermano: «È ancora in programma la richiesta di revisione del processo Mediaset e si sta raccogliendo il materiale». L'ipotesi è quella di fare istanza alla corte d'Appello di Brescia per cercare di ribaltare il verdetto della Cassazione.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica