"Le frontiere non esistono". In mare la nuova nave Ong: con la bandiera italiana sfida il governo

Maldusa è un piccolo motoscafo finanziato dal collettivo tedesco "United4Rescue" che, afferma, "monitorerà le acque intorno a Lampedusa, per prevenire naufragi e altre forme di violenza alle frontiere".

"Le frontiere non esistono". In mare la nuova nave Ong: con la bandiera italiana sfida il governo
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Nella flotta civile arriva un'alta barca Ong battente bandiera italiana: Maldusa si unisce alla Mare Jonio col compito di forzare il sistema italiano. È stata acquistata grazie al contributo del collettivo tedesco "United4Rescue", che finanzia le navi Sea Eye, Humanity1 e Sea-Watch ed è un piccolo motoscafo veloce, poco più piccolo di una motovedetta della guardia costiera. La propaganda è sempre la stessa: aprire una sfida con il governo italiano e con la governance europea, per far arrivare a destinazione i migranti illegali.

Lo scopo primario di Maldusa non sarà l'intervento diretto sui migranti: la barca è troppo piccola per questo genere di interventi e non è chiaro se sia stata omologata per il soccorso. Nella loro dichiarazione di intenti condivisa sui social, Maldusa spiega che il motoscafo sarà in mare e "monitorerà le acque intorno a Lampedusa, per prevenire naufragi e altre forme di violenza alle frontiere, e facilitare la libertà di movimento di tutti coloro che cercano di raggiungere l'Europa". Maldusa, che fa capo a un'associazione culturale con sede a Palermo e Lampedusa, implicitamente muove un'accusa precisa all'Italia quando dice che opererà per prevenire "forme di violenza alle frontiere".

Se, come affermano dal team della nave, il motoscafo opererà nelle "acque intorno a Lampedusa", lì si trovano le acque territoriali italiane, che sono l'estensione marittima dello Stato, e le acque Sar italiane, che sono la zona internazionale sulla quale ha competenza esclusiva l'Italia per il soccorso in mare. Quindi, il nostro governo farebbe "violenza alle frontiere"? Anzi no, perché le frontiere non esistono. Si legge nel comunicato dell'associazione affidato ai social che "le frontiere non possono essere chiuse perché non esistono". A loro dire, sono solo "decisioni politiche contro cui bisogna lottare, affinché tutti possano essere liberi di migrare senza rischiare la vita, essere detenuti o imprigionati".

Maldusa non fa altro che ingrossare le fila della flotta civile che tramite i migranti cerca di forzare il sistema europeo, di imporre la propria ideologia no-border, facendo leva sul principio del soccorso in mare.

Un principio che viene interpretato dalle navi Ong perché non adeguatamente disciplinato, in quanto nella sua forma originale non fa riferimento a navi che si mettono in mare per cercare migranti o a persone che usano battelli pressoché affondati già alla partenza nella speranza di essere recuperati da suddette navi. I "naufraghi alla partenza" non sono contemplati nella regolamentazione del soccorso in mare ma dalle navi Ong si procede con la forzatura di questo principio.

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