E' il giorno del Meeting, è il giorno dell'atteso intervento di Mario Monti, finito al centro di una bufera mediatica per aver criticato le intercettazioni della procura di Palermo tra le quali è finito anche il Capo dello Stato. Ed è proprio Giorgio Napolitano la prima figura istituzionale a mandare il suo saluto all'annuale incontro di Comunione e Liberazione: "è necessario individuare modelli di sviluppo e parametri nuovi di benessere attenti a quei principi di equità e solidarietà dai quali non può prescindere la tutela dell’interesse generale di una collettività e il rilancio di una crescita sostenibile e duratura", ha detto il Colle in una nota.
Poi è stato il momento di Monti, accolto dalla platea di Rimini con un lungo applauso. Il premier si rivolge, prima di tutto, ai giovani: "Il governo sta cercando di orientare le politiche soprattutto nell’interesse dei giovani. Non solo nel campo della scuola, dell'università e della ricerca, ma anche nel campo del lavoro e nello scrostare il potere corporativo che spesso rende rigidi i mercati. È quasi impossibile l’ingresso per i più giovani". Una generazione che sta pagando un conto troppo alto lasciato dalle generazioni precendenti: "E' evidente lo sperpero di un'intera generazione di giovani, che oggi giovani non lo sono più tanto, qualcuno ha superato i 40 anni, che pagano le conseguenze gravissime della scarsa lungimiranza di chi in passato non ha onorato il dovere di impegnarsi per i giovani. Un'intera generazione sta pagando un conto salatissimo".
Poi il tema che sta, più di ogni altro, in cima a tutti gli ordini del giorno: la crisi. "Mi trovo per un istante a essere chiamato a svolgere un non semplice ruolo in un momento non dei più facili della vita del Paese. Piuttosto che farsi tremare le vene ai polsi è bene cercare un understament e trovare coraggio anche in questo", ha detto Monti alla platea ciellina. Una crisi dalla quale, secondo il premier, si sta uscendo. L'anno scorso - ha ricordato il premier - la crisi era più forte, anche se non ne era diffusa la percezione. Una nota positiva alla quale Monti accompagna una considerazione sulla maggioranza che regge il suo esecutivo:"Vedo ogni giorno un piccolo miracolo: tre forze che prima si combattevano quotidianamente ora governano insieme per senso di responsabilità".
Troppe tasse mortificano l'economia e azzoppano la ripresa. Monti risponde alle molte critiche che, da giornali e politica, sono arrivate proprio in questa direzione: "Mai abbiamo pensato che le risorse fatte con intensità in questi mesi, lavoro, pensioni, spending review, liberalizzazioni, facessero partire immediatamente la crescita. Quello che invece speravamo è che l’insieme di queste riforme desse luogo ad una rimiduzione dei tassi di interesse più rapidamente di come sta avvenendo". Dalle tasse all'evasione il passo è breve e il professor Monti non risparmia neppure una lezione a viale Mazzini: "La Rai è indipendente dal presidente del Consiglio, ma darò ai suoi vertici l’amichevole suggerimento di non fare usare più l’aggettivo 'furbi' nei servizi dei tg che descrivono la lotta contro l’evasione fiscale. Non si possono trasmettere neppure in modo subliminare dei disvalori che distruggono la società italiana".
La richiesta di Monti viene subito accolta dal direttore del Tg1 Alberto Maccari: "Sono parole sacrosante quelle del premier Mario Monti sull’opportunità di non usare più nei tg Rai l’aggettivo furbi per definire gli evasori fiscali.
È giustissimo che anche nella terminologia si usino parole perfettamente coerenti con il concetto che si esprime, anche nella sintesi giornalistica. Pur garantendo assoluta libertà, su questo sono molto severo con i miei colleghi. Condivido pienamente le parole del presidente del Consiglio: chi evade commette un reato e va definito per quello che è".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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