Maroni strizza l'occhio al formattatore Pdl: "In squadra con noi"

Il candidato del centrodestra prova a corteggiare il sindaco di Pavia. Cattaneo, firma la pace con Formigoni e lancia la "Macroregione"

Maroni strizza l'occhio al formattatore Pdl: "In squadra con noi"

Milano - C'è anche Alessandro Cattaneo, il giovane primo cittadino di Pavia del Pdl, tra i sindaci arrivati a Sirmione per la firma del patto di solidarietà territoriale «Verso la macroregione». E Roberto Maroni, candidato presidente della Regione Lombardia, lo arruola tra i suoi futuri collaboratori: «Quando diventerò governatore, dovrai venire a collaborare con me, per esempio per tenere i rapporti con gli altri sindaci». Un garbato riconoscimento all'energia del sindaco gradito ai leghisti e ai salotti tv.
Sul lago di Garda, a parlare di macroregione, molti sindaci del Pdl e della Lega e anche l'ex ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini. La sostanza è che far ripartire il Nord è fondamentale per tirare fuori dalla crisi l'intero Paese e che anche trattenere il 75 per cento delle tasse può rivelarsi un aiuto per le Regioni in maggiore difficoltà.
A firmare il “patto territoriale” il candidato Roberto Maroni e i già presidenti della Regione Luca Zaia (Veneto), Roberto Cota (Piemonte) e Renzo Tondo (Friuli Venezia Giulia). Dice Maroni: «Lo scopo è avere più forza contrattuale con il governo, battere i pugni sul tavolo a Roma. Sento il problema della delocalizzazione delle imprese e dobbiamo preservare il nostro tessuto economico sulla base di rapporti di amicizia con la forza delle regioni del Nord».
Sul palco anche la Gelmini. Spiega che il tema della macroregione è caro al Popolo della libertà come alla Lega: «Il Pdl crede convintamente nella macroregione perché nasce dal basso, coinvolge comuni e territori, consente di premiare i comuni virtuosi e contemporaneamente stimola il rilancio economico». In sintesi: «Se riparte il Nord, riparte il Paese. E la coesione nazionale è salva».
Maroni sigla anche un altro patto, questa volta con una stretta di mano. A Varese, la sua città. È con il presidente della uscente, Roberto Formigoni, che in passato aveva proposto di candidare Gabriele Albertini. Ma adesso l'ex sindaco di Milano è passato nelle fila di Monti e Formigoni chiarisce con un gesto simbolico a Varese ciò che aveva già annunciato e spiegato a parole, ovvero il pieno sostegno alla corsa di Maroni in Regione.
Il candidato governatore ribadisce la centralità dei temi cari ai cattolici nel suo programma per la Lombardia: «Questa è la differenza con i nostri avversari. Per noi la famiglia è un concetto ben chiaro. È la società naturale fondata sul matrimonio, come dice la Costituzione». Quanto alle unioni tra persone omosessuali, chiarisce: «Detto questo, bisogna stabilire diritti per chi vuole stare insieme: ma la famiglia è un'altra cosa».
Maroni parla anche delle inchieste giudiziarie che in questi giorni colpiscono in molte direzioni, inclusa la Lega. Con un'attenzione particolare alla vicenda di Finmeccanica, su cui indaga la procura di Busto Arsizio. Una nuova Tangentopoli? Lui non ne sembra convinto: «È tutto da dimostrare.

Queste nuove inchieste sono appunto inchieste giudiziarie, che per ora hanno prodotto danni all'industria italiana. L'India ha revocato i contratti e ci sono migliaia di posti di lavoro a rischio. Dopo di che, spero che le indagini si concludano in fretta».

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