E vabbè, pulmini abusivi che svolgono un servizio di trasporto «pubblico» ma, quei 15 mezzi che ogni giorno partono dalla centralissima Piazza Principe Umberto (zona Stazione centrale di Napoli) e arrivano a Casalnuovo (centro alle porte del capoluogo), non li prenderebbero nemmeno allo «scasso» (deposito per auto da rottamare), tanto sono sgangherati. Ogni giorno decine di corse illegali, senza alcuna autorizzazione a svolgere questo servizio, una spola lunga una dozzina di chilometri, la stessa linea coperta dai mezzi istituzionali. Passeggeri che entrano in pulmini vecchi alcuni decenni, qualcuno senza assicurazione, altri privi della tassa di possesso e con le ruote lisce. Eppure i pendolari sono disposti a viaggiare in condizioni non solo scomode ma, soprattutto di grande rischio per la loro incolumità. Il fenomeno dei pulmini abusivi, paralleli al servizio pubblico, esiste da almeno 50 anni e nessuna amministrazione comunale è mai riuscita a debellarlo. Dieci 15 posti a sedere, ma nelle ore di punta si viaggia ammassati l'uno sull'altro: in un pulmino, infatti, vengono infilate anche oltre 20 persone. Qualcuno all'inpiedi, altri seduti sulle gambe dei passeggeri che hanno avuto la fortuna di trovare un posto oppure a terra. Roba da terzo mondo, invece siamo a Napoli. Gravi i rischi di incolumità anche per i pedoni e gli altri automobilisti. I conducenti dei pulmini li abbiamo visti all'opera in spericolati sorpassi, arrancanti nelle strade del centro e a pieno carico, invadere la corsia opposta, rischiando uno scontro frontale. Uno di questi mezzi lo abbiamo seguito a bordo di un'auto. Il nostro viaggio ha inizio da Piazza Principe Umberto alle ore 15.45. Arriva il primo pulmino. Un ex furgone della polizia di Stato comprato all'asta. I viaggiatori riconoscono i pulmini, fanno un cenno con la mano al conducente, che si ferma per prelevarli. Ironia della sorte, nei giardini di Piazza Principe Umberto due vigili urbani fanno avanti e indietro ma non si accorgono di quella presenza illegale e abituale. Strano, molto strano per la «giunta della legalità» capeggiata da Luigi De Magistris, non avere intrapreso una guerra contro questi abusivi. Sulla via del ritorno abbiamo testato la «efficienza» (si fa per dire) di questi mezzi. Sulla carrozzeria sono evidenti i segni del tempo (e degli incidenti). All'interno una decina di persone. Il conducente apre lo sportello e poi lo richiude tirando un filo di spago legato alla canna dello sterzo. Un euro e il bus riparte. I 12 sediolini, allineati lungo le fiancate del mezzo (più un posto accanto al guidatore) sono privi di cintura di sicurezza. Una frenata e c'è il rischio di finire l'uno contro l'altro. Il primo sediolino, quello sulla fiancata destra, è senza protezione. Una frenata improvvisa e il passeggero rischierebbe di andare a sbattere contro il cruscotto. Il limite di velocità viene superato più volte e arrivato a Napoli, in via Nuova Poggioreale, passa senza indugio a sei semafori che segnavano il rosso. Va ricordato che contro questi pulmini abusivi avevano svolto indagini i carabinieri della compagnia di Poggioreale. A fine ottobre scorso i militari avevano intercettato 4 bus illegali e sanzionato i conducenti, uno dei quali privo della patente di guida. Ma, dopo qualche giorno il servizio è ripreso. Infatti, i pulmini non fanno stazionamento a piazza Principe Umberto ma solo una breve sosta per fare entrare i passeggeri. Nel caso di un controllo avvertono i loro colleghi via telefonino, utilizzando frasi in codice per avvertirli dell'imprevisto. E il pulmino va, con un cambio dei conducenti, su due turni. Mediamente su due corse fanno entrare nei «catorci» a 4 ruote una cinquantina di persone, quindi 50 euro. Almeno una mezza dozzina di corse per turno, a conti fatti circa 300 euro al giorno. Non male.
Saranno i nuovi ricchi. Nelle scorse settimane si presentarono al «lavoro» due nuovi conducenti con i loro bus sgangherati. Ne nacque una rissa ma, da allora, la «famiglia» degli abusivi è diventata più numerosa.carminespadafora@gmail.com
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