Renzi va a Parigi, la Francia lo snobba

La stampa d'Oltralpe ignora il vertice tra Hollande e il rottamatore. Messaggio alla Merkel: "Non sforo il tetto del 3%"

Renzi va a Parigi, la Francia lo snobba

Roma - Da Parigi, il premier italiano parla anche perché Berlino intenda, alla vigilia dell'incontro con la Cancelliera tedesca: in Italia, assicura, «non ci sarà nessuno sforamento del tetto del 3%: NES-SU-NO», scandisce.
E però, se non si vuole che alle ormai vicinissime elezioni europee «i partiti populisti che lottano contro la Ue» abbiano la meglio, anche Frau Merkel deve capire che «l'Europa deve cambiare verso», deve «ridurre lo spread tra istituzioni e cittadini» e investire sulla crescita e non solo sul rigore. «Noi rispettiamo tutti i limiti europei», spiega Renzi, «e non perché lo chiedono Hollande o la Merkel, ma perché lo dobbiamo ai nostri figli». Ma «prima di tutto dobbiamo rispettare i padri fondatori e fare dell'Europa il luogo dei cittadini e dei popoli e non della tecnocrazia», sottolinea il premier.

«Matteò», come lo chiama un presidente Hollande particolarmente gioviale (al contrario dei media francesi, che ieri ignoravano il nuovo premier), debutta all'Eliseo; con cravatta scura («c'est Gucci» ha spiegato al collega d'Oltralpe, che la guardava invidioso) ma senza moglie. La schiva first lady Agnese, volata con lui a Parigi, non aveva una controparte francese - avendo il tombeur Hollande liquidato tre potenziali Première dame in pochi anni - e si è andata a vedere Van Gogh al Museo D'Orsay.
Renzi e i suoi, al termine del summit, evitano di parlare di «asse Italia-Francia», memori delle cocenti delusioni subite da tutti i precedenti premier italiani che avevano provato a puntare su Parigi per fare massa verso Berlino: puntualmente mollati da Hollande al primo «achtung» della Merkel. Ma Renzi parla esplicitamente di un «rapporto costante di consultazione», importante «anche dal punto di vista personale», che si sta perseguendo con Parigi. Sottolinea che «insieme alla Francia possiamo e dobbiamo cambiare l'Europa». Lo show di sorrisi, informalità e confidenza che i due mettono in scena (compreso bacio sulla guancia all'arrivo) serve a confermare l'impressione di sintonia. L'italiano lascia che sia il collega francese a sottolineare la concomitanza di interessi: nel comunicato dell'Eliseo si legge che «Renzi vuol fare emergere un'altra Europa, e insieme abbiamo ora la stessa volontà di accelerare». E se il premier italiano rivendica l'avanzo primario che da molti anni caratterizza il nostro bilancio, il francese fa un atto di inaudita umiltà: «Mi piacerebbe poter dire che anche noi siamo in avanzo primario, ma purtroppo non è così». E aggiunge che «il presidente Renzi ha annunciato molte riforme per l'Italia, e anche noi dobbiamo farne».
Non sarà un asse, ma certo gli interessi comuni tra i due sono molti, alla vigilia di elezioni europee funestate per entrambi dai partiti populisti antieuropei, Grillo qui e la Le Pen lì. E alla vigilia di un semestre che sarà presieduto dall'Italia e che - soprattutto - dovrà rinnovare tutte le istituzioni europee.

«Anche con Monti e Letta ho sempre lavorato bene per la crescita, voglio rendere loro omaggio», dice Hollande, «ma Matteo arriva in un momento essenziale per l'Europa, alla vigilia del rinnovo del Parlamento. Francia e Italia hanno più bisogno di far sentire la propria voce». L'incontro di Parigi, sottolineano a Palazzo Chigi, è stato chiesto dal presidente francese.

«Hollande», spiegano fonti del governo, «è rimasto molto colpito dalla determinazione e dal coraggio di Renzi, dal suo approccio sicuramente diverso da quello dei predecessori. Non siamo andati lì a cercare alleanze contro la Germania, non vogliamo perorare deroghe ai patti, ma una nuova impostazione delle politiche Ue». Domani, a Berlino, si capirà se «cambiare verso» è possibile.

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