NapoliLa rimborsopoli dei consiglieri regionali della Campania è giunta al penultimo atto. Ieri la Guardia di Finanza ha consegnato a 55 persone un avviso di conclusione delle indagini preliminari. Gli indagati sono accusati dalla Procura di Napoli di peculato e truffa nell'ambito di una indagine sui fondi destinati al funzionamento dei gruppi consiliari per il biennio 2010-2012. Parte di queste spese sono servite, tra l'altro, per l'acquisto di tinture di capelli, cravatte, per saldare il conto al bar e al ristorante, cialde per il caffè, regali natalizi e pasquali. Nel corso dell'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Alfonso D'Avino, le Fiamme gialle avrebbero accertato che oltre 1.186,407 euro sarebbero stati illegalmente utilizzati. Coinvolti quasi tutti i partiti: Fi, Pd, Idv, Ncd, Udc, Udeur.
Tra gli avvisati c'è anche un nome eccellente: l'attuale sottosegretario alle Infrastrutture, Umberto Del Basso De Caro. Avvocato beneventano, nella sua prima vita (politica) è stato socialista, anzi, craxiano di ferro, con la corrente del salernitano Carmelo Conte. Poi, nella seconda vita ha ricominciato con la Margherita per poi passare al Pd. Nel corso di più interviste, Del Basso De Caro ha sempre ribadito di non avere alcuna intenzione di dimettersi per i rimborsi regionali. Non ci pensa, anche se le dimissioni le ha firmate un suo ex collega sottosegretario, Antonio Gentile mentre altri due sono ancora sotto indagine. Del Basso De Caro si difende e dice: «Sono indagato per una cosa per cui non esistono né leggi, né regolamenti. Per cui, non esiste nemmeno il reato». E, proprio partendo dalle parole del sottosegretario di Renzi, gli altri sottosegretari indagati si difendono sostenendo di non avere l'obbligo di rendicontare le loro spese. Naturalmente su questa tesi non è d'accordo la Procura che da oltre un anno e mezzo sta indagando su rimborsopoli.
Tra gli avvisati due senatori, entrambi di Forza Italia Eva Longo e il coordinatore regionale Domenico De Siano. Nelle scorse settimane era stato arrestato nell'ambito della stessa indagine il socialista Gennaro Salvatore. Insomma una storia infinita, che potrebbe avere nelle prossime settimane un suo primo epilogo con il rinvio a giudizio di quasi tutti gli indagati. I 55 adesso hanno 30 giorni di tempo per chiedere di poter essere ascoltati dalla Procura. Ma è attiva anche un'altra indagine della Procura sui fondi destinati alla comunicazione. Le Fiamme gialle avrebbero accertato una «indebita corresponsione di 134,106,88 euro». In campo è scesa anche la Corte dei Conti.
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