"Sabrina non confesserà, è un’altra Franzoni"

La mamma di Sara dopo l’arresto della nipote: "Ha recitato un copione". Gli inquirenti: omicidio intra-familiare premeditato Le due cugine avevano litigato la mattina del delitto. La testimone chiave ha visto vicino al garage anche la moglie di Misseri

"Sabrina non confesserà, è un’altra Franzoni"

Taranto Non è stato un raptus, ma un delitto di famiglia; l’orro­re non si è consumato per caso, ma è stato pianificato nei detta­gl­i per mettere a tacere quella ra­gazzina pronta a parlare e a rac­contare gli abusi subiti dallo zio, decisa a rivelare un segreto che per gli assassini andava sepolto per sempre. Anche a costo di uc­cidere. E così Sabrina l’ha porta­ta nel garage el’ha tenuta ferma, mentre il padre, Michele Misse­ri, la strangolava con una corda. È questa l’ultima, atroce verità g che affiora dall’inchiesta sulla tragica fine di Sara Scazzi, 15 an­ni, assassinata in un silenzioso pomeriggio d’agosto: pensava di andare al mare, ma invece an­dava a un appuntamento con la morte orchestrato per cancella­re la minaccia di uno scandalo che già cominciava ad affacciar­si per le strade del paese. «Non c’entro, sono innocen­te », ha ripetuto Sabrina agli in­quirenti durante il drammatico interrogatorio nella caserma dei carabinieri di Manduria, che si è concluso con il fermo per con­corso in sequestro di persona e omicidio. Ma contro di lei ci sono le parole del padre. «Sabrina mi ha portato Sara, c’è stata una discussione, la te­neva tra le braccia men­tre io la strangolavo», ha detto l’agricoltore che ha confessato an­che di aver abusato del corpo senza vita dellani­pote prima di nascon­derlo in una cisterna scavata in un fazzoletto di terra tra Erchie e San Pancrazio Salentino, un luogo inaccessibile ricavato in un labirinto di ulivi che nessuno avrebbe mai trovato se un giorno proprio lui, lo zio-mostro, non avesse deciso di presentarsi dinanzi al­le telecamere per indossare la mascheradeldoloreeannuncia­re d­i aver trovato il telefono cellu­lare della ragazza. «Non potrò più chiamarlo papà», ripete adesso Sabrina tra le lacrime. Il suo avvocato Vito Russo, dice che «sta molto male, è distrutta, amareggiata, in preda a uno choc, si sente accusata ingiusta­mente e piange sempre», e ag­giunge che «Michele Misseri evi­dentemente non ha confessato tutto e non è attendibile».E inve­ce secondo la procura di Taran­to dietro l’orrore ci sono padre e figlia, un legame e una complici­tà cementati nel silenzio: insie­me avrebbero deciso di uccide­re per spazzare via l’ombra di uno scandaloasfondo sessuale, perché Sara aveva deciso di rac­contare gli abusi subiti da parte dello zio; la quindicenne ne ave­va parlato con la cugina: aveva­no litigato, forse proprio la matti­na dell’omicidio. «Il quadro è definitivamente o quasi del tutto chiarito», dice il procuratore di Taranto, Franco Sebastio. Il magistrato si mantie­ne cauto, spiega che «il movente è intra-familiare» ma non ag­giunge altro «per ragioni investi­gative »; e poi, pur dichiarando che per il momento non ci sono altre persone coinvolte, non esclude che nei prossimi giorni possano esserci nuovi interroga­tori. Decisive sono state infatti le rivelazioni di Mariangela,l’ami­ca di Sabrina. La ragazza avreb­be dichiarato di aver notato la macchina Seat Marbella del pa­dre parcheggiata vicino al gara­ge e in un secondo momento, dopo essere andata per due vol­te a casa della madre di Sara, avrebbe anche notato la madre di Sabrina, Cosima Serrano da­vanti a casa. Insomma, l’inchie­sta non è ancora chiusa. Perché in questo dramma senza fine ci sono ancora parecchi lati oscu­ri: non è chiaro come mai padre e figlia, dopo aver organizzato la feroce eliminazione di Sara se­guendo uno spietato copione criminale, siano invece caduti in evidenti contraddizioni for­nendo versioni diverse fin dal­l’inizio; inoltre rimane aperta la questione dei minuti: appena ot­to per uccidere e far scattare la messinscena e il depistaggio. Gli inquirenti intendono verificare se ci siano stati altri complici o comunque se dietro i lati oscuri ci siano i silenzi di qualcuno che sapeva e non ha parlato. Proprio ieri, a poche ore di di­stanza dall’ultima svolta, si è te­nu­ta un’altra riunione in procu­ra per fare il punto della situazio­ne. Domani ci sarà l’udienza di convalida del fermo di Sabrina e a breve l’incidente probatorio con l’interrogatorio di Michele Misseri: le sue rivelazioni sono decisive nell’inchiesta che si è comunque arricchita di nuovi elementi perché venerdì scorso i carabinieri sono riusciti a recu­perare la batteria del telefono cellulare e i resti bruciati dei ve­stiti della quindicenne. In queste ore Avetrana è un pa­ese­schiacciato dal dolore e attra­versato dalle ombre. Le raffiche di tramontana hanno spazzato via le nuvole di pioggia, per i viali e ne lle piazze le voci si mescola­no ai dubbi. La madre di Sara, Concetta Serrano Spagnolo, è barricata nella casa di via Verdi.

La donna si è confidata con «Chi l’ha visto?», e pensando alla ni­pote Sabrina ha dichiarato: «L’ho avuta accanto in tutti que­sti giorni, ha ripetuto le stesse co­se come leggendo un copione, sarà la seconda Franzoni per­ché negherà sempre».

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