Berlusconi torna in campo. Caccia alla donna che correrà con lui

La discesa in campo del Cav agita la politica. Cicchitto: "Berlusconi candidato, no primarie". Fini esorcizza: "Perderà". Galan: "Meglio di un orgasmo". Berlusconi finisce anche sul NYT

Berlusconi torna in campo. Caccia alla donna che correrà con lui

L'ha fatto anche questa volta: ha sparigliato tutto. Il mondo della politica è in subbuglio da quando Silvio Berlusconi ha fatto trapelare la voce di corridoio - confermata da Alfano e da Cicchitto - di una sua nuova discesa in campo. I suoi (alcuni) hanno festeggiato, i nemici hanno tolto dalla naftalina l'antiberlusconismo d'antan, gli ex alleati hanno affilato le unghie. Tutti parlano di Berlusconi e in molti hanno ricominciato ad averne paura e il clamore della notizia ha già smentito tutti quelli che hanno ironizzato sulla "novità" della ridiscesa in campo. E in serata la notizia
Il Cavaliere, sondaggi alla mano, avrebbe deciso di tornare in sella e prepararsi per le elezioni del 2013. Come candidato premier, ovviamente. Starebbe valutando l'idea di un ticket: forse con uomo (Angelino Alfano? Lui smentisce: "Silvio non ha bisogno di ticket"), molto più probabilmente con una donna. Il giallo di questi giorni è rosa: chi sarà la donna scelta per correre insieme al Cavaliere?

Intanto l'ex premier scalda i muscoli, perché la politica è una questione di testa, certo, ma anche di fisico. Secondo le agenzie di stampa il Cav si starebbe già allenando alla prossima - e presumibilmente infuocata - campagna elettorale: questa mattina sarebbe stato avvistato mentre faceva jogging a Villa Celimontana seguito a vosta dai bodyguard. E il ricordo vola subito alla mitica foto alle Bermuda, quella in cui Berlusconi e il suo staff - tutti in polo e pantaloncini bianchi - correvano ordinatamente. Gli esercizi di riscaldamento del Cavaliere fanno salire la temperatura di tutto l'arco costituzionale.

Gianfranco Fini fa gli scongiuri, il suo partito è ai minimi storici e un ritorno del Cav non lo aiuterebbe: "Gli italiani hanno compreso che non è più tempo di promesse miracolistiche, di impegni disattesi e di palesi conflitti di interessi. Se gli italiani lo hanno compreso, e io credo che lo abbiano compreso, il risultato di un’eventuale candidatura del presidente Berlusconi non sarà quello che Berlusconi spera".

Durissimo e macabro il commento dell'ex leader dei progressisti Walter Veltroni ai microfoni di Enrico Mentana: "Berlusconi ha già fatto molto male al Paese. Un’ennesima campagna elettorale giocata come un referendum su di lui sarebbe grottesca e tragica"

"La notizia del ritorno di Berlusconi è un messaggio nefasto". Nichi Vendola questa volta non si abbandona a giri di parole e calza immediatamente l'abito dell'antiberlusconismo militante: "Abbiamo comunque il compito importante di liberarci del berlusconismo e del suo modello culturale e sociale che ha avvelenato il nostro Paese per un ventennio. La destra è in crisi e per sollevarsi sa solo rimettere in campo il mago di tutti i populisti". Senza Cavaliere l'antiberlusconismo sbiadisce fino a scomparire e in questi ultimi mesi a sinistra sono in molti ad aver sentito la mancanza dell'odiato, ma necessario, nemico. Il ritorno del Cav sveglia dal letargo anche Achille Occhetto: "Berlusconi è un leone in gabbia, ma non tornerà in sella", profetizza l'ex leader dell'allore Pds. Capezzone tira le somme: "Il nervosismo della sinistra è un'ottima notizia". E vale quasi quanto un sondaggio.

Ma le acque sono agitate anche nello stesso Pdl: "C’è piena condivisione tra gli esponenti più autorevoli ed evidentemente anche della base elettorale", assicura il presidente del Senato Renato Schifani. Ma non è per tutti così. Se per Giancarlo Galan cla notizia del ritorno del Cav "è meglio di un orgasmo", per molti altri è un terremoto che non avevano previsto. Molto tiepido l'ex berlusconiano Giuliano Urbani e decisamente algido Stracquadanio: "Nessuno crede più che Berlusconi da solo prenda voti". Dalle colonne del Corriere della Sera parla Angelino Alfano che non vuole saperne della storia del disarcionamento da parte del Cavaliere: "Berlusconi non ha ufficializzato la candidatura, ma noi glielo stiamo chiedendo e sono certo che lo farà. e chi ci ha guidato in tante battaglie ci guiderà anche in questa. Lo schema che si prefigura oggi è easttamente quello della foto scattata il primo di luglio di un anno fa, nel giorno della mia elezione a segretario del Pdl: Berlusconi presidente del Consiglio e io alla guida del partito. E' solo nella prospettiva di rafforzare il Pdl che ho sempre lavorato". Ognuno ha un suo punto di vista, Formigoni è felice: "Perchè così torneranno a massacrare e a dare addosso a lui anzichè a me", commenta tra il serio e il faceto il presidente della Regione Lombardia.

Nel pomeriggio, dopo due ore di vertice a Palazzo Grazioli, Fabrizio Cicchitto rompe la consegna del silenzio: "Sarà Berlusconi a ufficializzare la sua candidatura. Abbiamo esaminato le questioni riguardanti il partito, le prossime scadenze, a partire dalla legge elettorale, il rilancio del Pdl e il sostegno al presidente Berlusconi".

Le rilevazioni statistiche commissionate dai vertici del partito parlano chiaro: il Pdl con Alfano leader e Berlusconi fuori dai giochi porterebbe a casa al massimo il 12 per cento dei voti. Poca roba. La seconda ipotesi, quella di Alfano candidato premier e il Cav padre nobile, alza l'asticella a un massimo del 21 per cento dei consensi. Sempre troppo poco.

Lo scenario che piace di più agli elettori sembra essere quello classico: un progetto che richiami le origini di Fozar Italia sostenuto dal ticket Berlusconi-Alfano. E il Cav sembra già pronto dal "ritorno al futuro". Ieri sera, durante una festa di compleanno, avrebbe ribadito le sue intenzioni: "Molti imprenditori me lo stanno chiedendo".

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