Per provare ad uscire dall'angolo, con una parte del suo partito che preme per far saltare il tavolo della riforma sul lavoro, e l'altra che plaude platealmente al lavoro di Elsa Fornero, il segretario del Pd ribadisce che vuole riaprire la partita in parlamento. L'obiettivo è cambiare (migliorare) qualcosa, rendendo così la pillola meno difficile da buttar giù. E, soprattutto, evitando di spaccare ancor di più il proprio partito. Nella relazione alla direzione del Pd Pierluigi Bersani lo dice chiaramente: "Vogliamo portare in porto la riforma del lavoro ma discutere in parlamento e correggere lacune che ci sono". Poi aggiunge: "Proponiamo di abbassare i toni e chiediamo alle forze parlamentari di riflettere sui punti controversi" della riforma. Ma che tipo di cambiamenti vuole e a quale modello si ispira il Pd? "Il modello tedesco garantisce equilibrio tra diritti e coesione sociale", ha spiegato il segretario. Ora, ha aggiunto, "allestiremo in parlamento e nel Paese un meccanismo di presidio per migliorare la legge con le foze sociali". Dunque, avanti con la concertazione. Ma c'è ancora spazio per farlo? E, in caso contrario, il Pd andrà avanti a oltranza, pronto anche a far saltare il governo? Vedremo...
Dovendo giustificare l'appoggio a un governo che a una parte della sinistra produce non pachi mal di pancia, Bersani va giù pesante contro il precedente esecutivo: "Gli aumenti dell’Imu, dell’Irpef e delle altre tasse non vengono dal cielo ma sono conseguenza del disastro Berlusconi-Tremonti-Bossi. Siamo al risveglio amaro dopo le favole rosa".
I malumori degli elettori
"Il Pd - prosegue Bersani nella sua relazione - deve tenere insieme la connessione tra il sostegno convinto al governo che abbiamo voluto e il malumore, l’ansia di tanti cittadini spesso soli davanti alla crisi sociale che non ha dispiegato tutti i suoi effetti. Abbiamo una grande responsabilità verso gli italiani - va avanti il segretario del Pd - e non possiamo venire meno a questa responsabilità". Poi si rivolge ai proprie elettori: "Devono avere chiaro ciò che stiamo facendo, non solo ciò che faremo".
Bacchettate alle correnti del Pd
Bersani rivolge un accorato appello alla direzione del Pd: "Chiedo a tutti di stare a questo metodo, non prestiamo il fianco a chi vuole un Pd partito delle 100 voci". Il leader del Pd ha anche voluto precisare che il suo partito rifiuta "di essere descritto come al seguito del carro di questo o quel sindacato".
Appello alle forze moderate
In un passaggio della relazione Bersani dice che "le forze di centrosinistra di governo si rivolgeranno a tutte quelle forze moderate e civiche che vogliono andare oltre il populismo e il berlusconismo che molti danni hanno portato al paese". E' l'ennesimo occhiolino al Terzo polo?
Correggere meccanismo delle primarie
Un altro tema caldo in seno al Pd è quello delle primarie. Bersani fa sapere che la commissione statuto del partito si metterà al lavoro per cercare "soluzioni correttive" che che mettano in sicurezza le primarie.
Le correzioni verranno votate nella prossima assemblea del Pd dopo le amministrative. Quanto alle imminenti elezioni Bersani ha chiesto "massimo impegno per le amministrative che coinvolgeranno 10 milioni di italiani". Ha poi ammesso che "sarà complicato fare le liste vista l’aria che tira".
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