NapoliUna «voce di dentro» racconta per la prima volta Giggino: «Il sindaco con la bandana. De Magistris e la rivoluzione fallita». Centoquarantatre pagine scritte da Bernardino Tuccillo, convertitosi alla causa «arancione», dopo una vita trascorsa nell'ex Pci e poi nell'Italia dei valori. Assessore della prima ora del volubile Giggino, con deleghe al Patrimonio e al Personale ma, poi dimessosi appena resosi conto che «la rivoluzione arancione si è dimostrata l'ennesima beffa ai napoletani» spiega al Giornale Tuccillo. Giggino di assessori ne ha poi cambiati 10 su 12 in due anni e mezzo. Ma, ce n'era uno che, pur non essendo stato nominato, contava più degli altri: Claudio De Magistris. «Portare il fratello del sindaco a Palazzo San Giacomo è stato un macroscopico errore».
Da assessore al Patrimonio, Tuccillo scopri che circa 170 famiglie di ex custodi di scuole, vivevano (da morosi, 2 milioni di euro) nelle case del Comune. Case che avrebbero dovuto lasciare al momento della pensione. Scrive Tuccillo: «Tra gli indignados anche il sindaco che mi sollecita lo sgombero dei locali occupati dall'ex custode della scuola media Saba, che frequenta anche il figlio». Ma all'ipotesi di sfratto si oppongono alcuni consiglieri comunali. «De Magistris mi disse che i consiglieri vanno ascoltati». Tuccillo è sorpreso. «Non capisco: un giorno mi dice di sgomberare gli abusivi, il giorno dopo mi suggerisce di essere tollerante». Intervistato Giggino spiega che l'amministrazione valuterà «caso per caso». Neppure una parola sui 2 milioni di canoni non riscossi. A Tuccillo, Giggino sottrasse la delega al Patrimonio: il custode della Saba dove studia il pargolo del sindaco (come era giusto che fosse) fu sgomberato. Ma con lui non molti altri furono mandati via, «la stragrande maggioranza dei custodi è rimasta abusivamente in quelle case» aggiunge l'ex assessore.
Silenzio, p@rla Luigi il tweetomane. «Il sindaco usa toni da guerrigliero, forse dopo avere sognato Mao, partorisce perle di dubbia saggezza». In un tweet Giggino cinguetta: «Il sindaco sta sempre con il popolo, la rivoluzione arancione è il sindaco. Per reperire le risorse per rattoppare le buche della città, prenderemo i soldi dall'esproprio dei gioielli delle signore della Napoli bene». Altra perla: «Da visionario penso che la fase più avanzata della democrazia sia l'anarchia, sogno comunità che si autogestiscano senza poteri, solo amore». Tuccillo lo stronca. «Frasi totalmente avulse dal mondo reale».
«La stagione delle disillusioni» inizia appena tre mesi dopo l'insediamento di Giggino a Palazzo San Giacomo. «L'allora assessore alle Politiche sociali, Sergio D'Angelo era anche l'ex presidente del consorzio Gesco, un gruppo di 38 imprese che operano nel sociale, che vanta circa 10 milioni di euro di crediti dal Comune di Napoli spiega Tuccillo . Siamo in presenza di un conflitto di interessi grande quanto una montagna, che mal si concilia con la linea di rigore annunciata da De Magistris».
La pungente ironia di Tuccillo si abbatte sul vice di Giggino, il rifondarolo Tommaso Sodano. «La raccolta differenziata è largamente al di sotto del 30 per cento» mentre Giggino aveva annunciato il 60 per cento entro la fine del 2011. In molti a Palazzo San Giacomo si sono chiesti come mai, l'assessore Pina Tommasielli coinvolta in una storia di multe «cancellate» a parenti, sia stata mandata via mentre Sodano indagato per una consulenza data a una amica e condannato in primo grado per uno schiaffo a una vigilessa sia ancora lì.
L'uomo forte di De Magistris è l'ex tenente colonnello dei carabinieri, Attilio Auricchio. Collezionista di incarichi per un periodo non breve ha rivestito contemporaneamente i ruoli di capo di gabinetto, comandante della polizia municipale (quando l'ex generale dell'Arma, Luigi Sementa fu defenestrato da Giggino, anche se si era poi offerto di lavorare gratis) e direttore generale.
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