Le verità di Alfano: "La decadenza? Il caso non è chiuso E torna Forza Italia"

Il segretario del Pdl annuncia: "Controcorrente è uno dei luoghi della nuova fondazione di Fi"

Le verità di Alfano: "La decadenza? Il caso non è chiuso E torna Forza Italia"

Angelino Alfano, ultimo ospite della nostra kermesse Controcorrente intervistato dal direttore del Giornale Alessandro Sallusti e dal direttore del Tg4 Giovanni Toti, ammette che qui, a Sanremo, parla da segretario del Pdl e non da ministro. E dice solenne: «A giorni arriverà l'annuncio ufficiale della rinascita di Forza Italia. Ho parlato con Berlusconi venendo qui e posso anticipare il grande rinascimento azzurro. Sarà un grande appello a tutti i giovani perché scendano anche loro in campo. E sentiamo che avremo ragione. Ci voteranno tanti che non ci hanno votato la volta scorsa. E Forza Italia supererà i record del 2001. Possiamo dire che Controcorrente è uno dei luoghi della fondazione di Fi». Il dado è tratto ormai.

Poi Alfano declina i valori del partito: «Non abbiamo sbagliato ideali, non abbiamo sbagliato obiettivi. Abbiamo sempre sventolato la bandiera dell'Italia e della libertà. Sempre. Dall'altra parte, invece, hanno fatto gli ulivi, le querce, gli asinelli. Ma mai un ideale. Noi rinverdiremo i nostri». Ideali che vanno di moda, anzi. Che hanno vinto: «Lo dice la storia. La sinistra ha sempre la pretesa di avere ragione. Ma ogni volta che frequento i nostri, mi accorgo che abbiamo difficoltà a vincere il nostro complesso di inferiorità. Invece noi siamo maggioranza nel Paese. E la sinistra non potrà mai toglierci l'orgoglio di essere stati e di essere ancora berlusconiani».

Già, Silvio Berlusconi resta. A prescindere dalle vicende drammatiche di questi giorni. Alfano si mette il coltello tra i denti e rassicura l'intera platea: «Il caso Berlusconi non è chiuso. Oltre la Consulta ci sono altre strade percorribili, in sede europea e non solo. Berlusconi avrà ancora tanta voce per riaffermare le sue buone ragioni. E in democrazia, qualunque sia lo status della persona, nessuno può essere zittito». Poi, la sfida: «Dico alla sinistra che sono daccapo: Berlusconi rovinò i loro piani nel 1994. Lo rifarà adesso».

Ma Alfano non si nasconde di fronte alle difficoltà del momento. Ma spiega la strategia e avverte: «Il Pdl è un monolite a difesa di Berlusconi». Non solo. Se il Pd dovesse votare la decadenza, sarà crisi di governo e «non accetteremo altri governi. Si tolgano dalla testa, quindi, di trovare transfughi tra il Pdl. Non ci sarà altra strada che il voto». Certo, il rischio di un governo di scopo o addirittura di un ribaltone c'è. Sallusti punzecchia. Alfano risponde sicuro: «Dovrebbero fare un governo di estrema sinistra. Ma L'Italia non vuole un governo di estrema sinistra. Ogni tentativo sarebbe travolto dal dissenso popolare».

Il tema caldo resta la giustizia e Alfano punta il dito su Gianfranco Fini, senza però mai nominarlo: «Non conta più niente, non lo nomino neppure perché non è nel mio stile; ma noi abbiamo provato a fare la riforma della giustizia

introducendo la separazione delle carriere e la parità tra l'accusa e la difesa. Ma siamo stati sabotati dagli alleati di allora». «Si può fare adesso? In fondo l'ha detto anche Napolitano nella nota del 13 agosto», puntualizza Sal-

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