Intesa-Lazard al divorzio Esce Pedersoli

da Milano

In pochi mesi tre volte sotto i riflettori per un fitto via-vai al vertice: è la storia recente di Lazard che, mentre si stringono i tempi per il divorzio da Banca Intesa, nei giorni scorsi ha registrato le dimissioni di Antonio Pedersoli. Dopo l’addio di Gerardo Braggiotti, consumato lo scorso luglio e la salita alla presidenza di Jeffrey Rosen, continua così ad assottigliarsi il filo che collega la maison francese a Intesa: Alessandro Persoli, padre di Antonio, è infatti da sempre il legale di fiducia del presidente Giovanni Bazoli. A motivare la scelta di Antonio Pedersoli, il suo debutto nel cda di Lazard era avvenuto nel giugno del 2003, ci sarebbe l’esigenza di non trovarsi in conflitto di interessi laddove sorgessero malumori tra i due gruppi, impegnati a porre fine all’attuale joint venture per le grandi operazioni finanziarie (quelle oltre i 500 milioni). Di recente - l’indiscrezione dell’uscita di scena di Pedersoli è stata riportata dall’agenzia Radiocor - è infatti emerso come Intesa sia pronta ad arrivare a un arbitrato internazionale per rescindere l’accordo in anticipo rispetto alla scadenza prefissata del dicembre 2007. Alla base della scelta di Intesa ci sono i cambiamenti sopraggiunti a Lazard e, tra questi, le modifiche manageriali del business italiano. Di cui Braggiotti costituiva uno degli uomini chiave insieme all’amministratore delegato Arnaldo Borghesi. Cambiamenti che, secondo le clausole degli accordi di joint venture, aprono la strada allo scioglimento del contratto.

L’arbitrato internazionale potrebbe protrarsi per mesi e riconoscere a Banca Intesa un rimborso degli investimenti sostenuti tre anni fa. Ma ora l’interrogativo è capire come si muoverà Intesa nel ricco settore tipico delle banche d’affari.

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