Intesa vola a Fiumicino con 1,5 miliardi

da Milano

Una nuova società (Newco) costituita da Intesa e dagli australiani di Macquarie potrebbe già entro la fine di questa settimana ufficializzare il proprio interesse per gli Aeroporti di Roma (Adr), valutandoli circa 2,8 miliardi di euro. Il controllo di Adr è oggi nelle mani di Gemina, che ha più del 50 per cento. Una fetta del 45% è invece in portafoglio agli australiani di Macquarie. I due azionisti non vanno più d’accordo e all’interno di Gemina il capitale è frammentato tra molti soci, che per di più bisticciano tra loro.
La struttura dell’operazione ricalca quella messa in piedi con successo, sempre da Intesa, per il passaggio del controllo di Telecom. Verrà costituito un veicolo societario (Newco) nel quale entreranno gli australiani, conferendo le loro azioni di Adr, e Intesa con 100 milioni, che equivarrà a circa il 5-6% del capitale. Inoltre la banca guidata da Passera si impegna a trovare soci che immettano ulteriori 300 milioni: un 15% circa della Newco, che in via residuale potrebbe finire agli australiani se non si dovessero trovare investitori disponibili. La lista dei potenziali soci della nuova scatola sono molti: alcuni sono già presenti in Gemina, altri come le Fondazioni o Fi2 di Gamberale sono stati sondati nelle ultime ore. La Newco entro la fine della settimana dovrà inoltre portarsi a casa un finanziamento da 1-1,1 miliardi di euro e Intesa, nelle more dei nuovi azionisti, erogherà un prestito ponte a copertura dei 300 milioni riservato a nuovo capitale. La Newco dunque alla fine disporrà di risorse fresche vicine a 1,5 miliardi di euro (il prestito da 1,1 miliardi, più i 300 di prestito ponte e 100 di Intesa).
Parte così la seconda fase dell’operazione. La Newco farà una proposta di acquisto su Gemina. La società oggi vale solo per il 51% che ha di Adr. Secondo quanto risulta al Giornale la valutazione che Intesa e Macquarie hanno fatto di questa quota di controllo degli scali romani è di 1,4-1,5 miliardi di euro: esattamente le munizioni di cui hanno dotato la Newco.
Una tale valutazione presuppone una valorizzazione dei titoli Gemina di poco sotto ai 4 euro per le azioni ordinarie e di poco sopra i 3,50 euro per le azioni di risparmio, con un premio del 20 per cento sulle quotazioni di Borsa degli ultimi tre mesi. Gemina verrebbe così valutata circa 1,5 miliardi (rispetto a 1,2 miliardi di ieri in Borsa), a cui aggiungere il debito che ha di 90 milioni e sottrarre le partecipazioni che a quel punto si potrebbero cedere per 120 milioni.
Ma proprio sulle partecipazioni sono al lavoro in queste ore gli avvocati. Tra queste c’è infatti l’1 per cento di Rcs: una quota ormai ridotta, ma sempre influente in quanto sindacata. E sufficiente per creare problemi a Intesa. La banca infatti è azionista anch’essa di Rcs e siede con Gemina nel patto di sindacato che la governa. Dunque se Intesa dovesse lanciare una scalata ostile su una società che è sua socia commetterebbe uno sgarbo, potrebbe violare i patti firmati (punto otto del patto) e alimenterebbe un clima spiacevole. Insomma l’idea è che l’offerta di Intesa e Macquarie su Gemina sia concordata e accettata anche dai soci Gemina.

Gli unici a questo punto a potersi mettere di traverso a un’operazione che risponde bene alla filosofia del presidente della Banca Giovanni Bazoli, che vede nelle infrastrutture un settore su cui concentrare gli investimenti.

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