Juve, l’ora dei manager per sostenere Benitez

Torino Domenica 9 maggio, Hull City-Liverpool e fine della Premier League. Lunedì 10, il consiglio di amministrazione della Juventus. Domenica 16, Milan-Juve e fine anche del campionato italiano. Difficile poi che fin da lunedì 17 arrivi qualsivoglia ufficialità su chi sarà il prossimo allenatore della Signora: però magari - e finalmente - si cominceranno ad avere le idee un po’ più chiare.
Nel frattempo, lo scenario presenta sfaccettature varie e assortite. In sostanza: Rafa Benitez è più che mai in pole position e su di lui la Juve ha puntato tutto quello che c’era da puntare. John Elkann, tramite Carlo Sant’Albano, ha garantito carta bianca al boss spagnolo, che però deve liberarsi dal contratto milionario che lo lega al Liverpool fino al 2014: urge buonuscita da una dozzina di milioni almeno, ai quali magari anche la Juve sarà chiamata a partecipare aumentando il gettone garantito al tecnico. Il quale poi beneficerà di un contratto certamente non inferiore al quadriennio portandosi dietro uno staff composto da sei-otto collaboratori: tra questi, il fido vice Sammy Lee, ex centrocampista dei Reds e oggi uomo-ombra di Rafa per di più con il contratto in scadenza. In casa Juve regna l’ottimismo, pur se nessuno si nasconde il rischio che un epilogo negativo potrebbe comunque esserci: le difficoltà economiche in cui versa la società inglese non accelerano certo i tempi, così come non va dimenticata la probabile vacatio della panchina del Real Madrid. Però, alla fin fine, in corso Galileo Ferraris si respira ottimismo e si ragiona su come rendere la macchina ancora più affidabile: in quest’ottica si inserisce il nome di Beppe Marotta, lui pure gradito a Elkann e stavolta pronto a lasciare la Sampdoria senza che il presidente Garrone alzi le barricate («Nessuna obiezione», ha ammesso ieri il numero uno doriano. «È un manager ancora giovane e, se ha avuto una proposta del genere, è giusto che vada»). L’attuale dg della Samp potrebbe anche essere compatibile con Benitez e il suo staff: ancora una volta però la palla è nelle mani dello spagnolo, il quale potrebbe decidere di volere fare tutto con uomini di sua assoluta fiducia. Viceversa, se Rafa a un certo punto rispondesse «no grazie», la Juve virerebbe con decisione su Prandelli e la possibilità di avvalersi della competenza di Marotta rimarrebbe intatta (magari insieme con Salvatore Asmini, oggi ds della Samp, che a Torino farebbe il capo degli osservatori). Di sicuro, però, per arrivare al tecnico di Orzinuovi sarebbe necessario un accordo ai piani alti tra Elkann e la famiglia Della Valle: con buona volontà da parte di entrambi, si potrà fare. In primis resta comunque Benitez, ritenuto dal neo presidente Fiat uomo di sicuro affidamento e prima pietra sulla quale fondare la rinascita juventina.
Altri cambiamenti avverranno comunque in società. E se un possibile avvicinamento di Andrea Agnelli alla Juventus non è da escludere ma richiederà tempi ancora lunghi, altre pedine si muoveranno: Marco Fassone, attuale responsabile marketing della società, potrebbe raggiungere Gian Paolo Montali a Roma ed essere sostituito da Maurizio Scanavino, già uomo Fiat, oggi a La Stampa e fedelissimo di Elkann.

Fulvio Zendrini, attuale direttore della comunicazione a livello mondiale per il Gruppo Piaggio e amministratore delegato di Italia 70 - la società che gestisce la sfida alla Volvo Ocean Race, la più famosa regata d’altura attorno al mondo che partirà da Alicante nell’autunno 2011 - potrebbe invece assumere una carica operativa (vicepresidente?) e non più limitarsi all’attuale consulenza. In sostanza: la proprietà ha deciso di fare entrare in società manager veri. Per cambiare marcia: finalmente.

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