L’Ama inaugura un impianto «fantasma»

Silvia Marchetti

A Rocca Cencia girano i fantasmi. L’impianto per il trattamento dei rifiuti inaugurato in pompa magna venerdì scorso da Comune, Provincia e Regione, non è ancora entrato in funzione né tantomeno è stato consegnato all’Ama dall’impresa costruttrice.
Tutto tace, dunque, dentro la struttura che dovrebbe rivoluzionare l’emergenza rifiuti della Capitale trasformando 750 tonnellate di materiale al giorno in combustibile da rifiuti per il fronte energetico.
A fare questa interessante scoperta è stato il consigliere comunale di Alleanza nazionale, Marco Marsilio, che ieri ha fatto un sopralluogo a Rocca Cencia accompagnato da un tecnico dell’Ama seguendo il circuito virtuale dei rifiuti. Nei giorni scorsi l’opposizione capitolina aveva manifestato pesanti critiche sulla strategia ambientale della giunta, ma mai si sarebbe aspettata un simile colpo di scena.
«L’impianto è completamento fermo - racconta Marsilio - c’è questa grande vasca vuota all’interno del capannone dove dall’alto i camion scaricano i rifiuti che scendono lungo una passerella. Una gru raccoglie il materiale e lo trasporta dentro il trituratore. Al termine del circuito, escono i prodotti finiti divisi per sostanza: combustibile, ammendante, inerti pesante. Ma attualmente, gli unici materiali presenti sono i campioni di combustibile da rifiuti che il sindaco ha mostrato ai giornalisti il giorno dell’inaugurazione e che a questo punto, è ovvio, provengono da altri impianti e sono stati portati lì solamente per l’inaugurazione. Per il resto è tutto fermo e all’interno ho visto un solo operaio che stava mettendo a punto il circuito elettrico».
Ma non finisce qui: «L’impianto non è ancora passato all’Ama - continua Marsilio - come mi ha riferito il tecnico che mi ha accompagnato nel tour». Nonostante la presenza all’inaugurazione di venerdì anche del presidente Tabacchiera e dell’ad Tudini. Insomma, l’intera faccenda è un rebus che secondo Marsilio «testimonia bene il significato dei manifesti che An ha fatto affiggere nella capitale in opposizione a quelli della sinistra: “Oggi finte inaugurazioni, domani opere vere”».
Già, perché stando a quanto riferito dal sindaco Veltroni l’impianto di Rocca Cencia dovrebbe «entrare a regime entro sessanta giorni». Il che significa che entro due mesi dovrebbe essere al massimo della sua capacità funzionale. Cosa al quanto impossibile da credere se al momento all’interno dell’impianto i tecnici stanno ancora facendo i collaudi e le prove elettriche, il materiale da trattare non è ancora arrivato e l’Ama non ha ancora messo piede in «casa». Insomma, venerdì Veltroni ha inaugurato solo la fine dei lavori di costruzione. Una mossa dunque puramente elettorale per dare a Roma l’immagine di una città eco-compatibile e per sedare le proteste dei giorni scorsi in materia di emergenza rifiuti, con il centro-destra che incalzava il sindaco sulla vicenda di Malagrotta e sui ritardi del Campidoglio. E così, non solo l'impianto di Rocca Cencia è costato ben 24 milioni di euro ed è stato costruito con due anni di ritardo, ma al momento è come se fosse una struttura fantasma. Le 250 tonnellate al giorno di combustibile da rifiuti, le 150 di ammendante e le 250 di inerti pesante che l’impianto dovrebbe produrre rimangono lettera morta, obiettivi sbandierati senza conseguenze.
«Lo stillicidio di false inaugurazioni - taglia corto Marsilio - non fa altro che ingannare gli stessi cittadini, fornendo loro una falsa idea di quello che sta succedendo nella capitale. Ormai è chiaro che Veltroni per la sua campagna elettorale ha sostituito la politica dei fatti concreti alla politica-spettacolo».

In ogni modo, Marsilio si mostra paziente: «Attendiamo puntualmente i famosi sessanta giorni stabiliti dal sindaco per fare un secondo sopralluogo a Rocca Cencia e vedere se l’impianto è entrato a regime. Sperando che non si verifichino i soliti intoppi burocratici».

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