L’archivio Brioni dichiarato «di notevole interesse storico»

Lo scorso settembre il ministero dei beni culturali ha dichiarato «di notevole interesse storico» l’Archivio casa di moda Brioni, un patrimonio di disegni, schizzi, bozzetti, capi ed accessori originali, fotografie di collezioni, ritagli stampa, libri, riviste, campionari, lettere, tessuti che, catalogato e informatizzato, potrà essere messo a disposizione del mondo della moda. Racconta la storia del made in Italy degli ultimi 65 anni e quella di una maison al passo coi tempi.
Tutto ha inizio nel 1945 a via Barberini con il laboratorio di sartoria per uomo di Nazareno Fonticoli, abruzzese di Penne, e dell’umbro Gaetano Savini. Lo chiamano Brioni dal nome dell’isola istriana, crocevia di mondanità fra le due guerre. I due soci, 150mila lire il capitale iniziale, si sono conosciuti da Satos, un negozio di via del Corso dove l’uno è maestro tagliatore e l’altro cura le vendite e i rapporti con la clientela. Nel 1959 a Penne viene fondata la Brioni Roman Style-SpA, «presupposto commerciale di un’attività imprenditoriale d’avanguardia». I sarti abruzzesi sono molto apprezzati. Il famoso Domenico Caraceni, emigrato nell’Urbe da Ortona, serve la casa reale e il dandy Gabriele D’Annunzio che, forse per pagare un debito, gli dedica le Laudi. Ma Brioni fa il salto di qualità e precorre i tempi. Lega l’aspetto artigianale a quello industriale, prendendo il meglio da entrambi. Il successo è immediato e internazionale. Quando per la prima volta sfila a Palazzo Pitti nel 1952 viene salutato come l’inventore della moda maschile moderna. E nella Roma del miracolo economico fanno tappa teste coronate, magnati della finanza e divi hollywoodiani.
Oggi le sette imprese del gruppo Brioni occupano 1700 persone e hanno un giro d’affari annuo di 200 milioni di euro circa. Producono l’intero «total look», abiti da uomo, da donna, linea sportiva, camicie, cravatte, maglieria, pelletteria. Capofila è l’unità produttiva del «capospalla» nata a Penne nel 1960, dopo 15 anni di attività di atelier a Roma, le altre sono sorte a partire dagli anni Novanta. Brioni, presente a Roma con tre negozi (via Barberini, via Condotti, via Veneto), ha 65 punti vendita monomarca in tutto il mondo. Il primo apre nell’82 a New York City. Un gruppo con una precisa strategia: la diversificazione dei mercati. Che non guarda solo agli Stati Uniti e all’Occidente, come qualche anno fa, ma all’Estremo Oriente e all’Est Europa, puntando sulla linea sportwear.

Direzione commerciale e showroom sono in via Gesù a Milano dove fanno capo i buyer mondiali, la direzione di produzione è a Penne, dove funziona una scuola superiore di sartoria e operano le fondazioni Fonticoli e Formoda per la formazione dei giovani, mentre la direzione generale è a Roma in via Barberini, sede storica della griffe, dove lavora una trentina di persone. Ospita anche l’ufficio pubblicità, la sartoria delle origini e l’Archivio casa di moda Brioni.

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