«L’infedele» discute di Tv

da Milano

«Infedele» a tutto. Anche al suo pubblico... Gad Lerner abbandona la nicchia televisiva del sabato sera su La7 e, per la quarta edizione del suo programma, viene promosso - da stasera (ore 21.30) - al mercoledì, dove spera di trovare un maggior numero di telespettatori. Con questo spostamento, verrà a trovarsi subito di seguito a Ferrara: non più, dunque, l’un contro l’altro armati come accadeva fino a qualche tempo fa a Otto e mezzo, ma in una convivenza pacifica in palinsesto. «Abbiamo fatto gli alternativi per tre anni - ironizza Lerner - andando in onda per pochi intimi il sabato, ora puntiamo a un pubblico più giovanile, con argomenti che tengono più conto dell’attualità senza rinunciare però ai grandi temi culturali come il dibattito sulle teorie darwiniane». I rapporti con Ferrara? «A Otto e mezzo la situazione è stata sgradevole. Dopo che ci siamo divisi, va meglio. Anzi spero che mi faccia da buon traino».
Per la prima puntata, Lerner ha scelto un tema in verità già oggetto di numerose trasmissioni negli ultimi giorni, dopo la grande bufera scatenata dalla prima puntata di Rockpolitik dedicata a Santoro, esiliati della Tv e libertà di informazione. «Ma noi - spiega il giornalista - ne parliamo in un modo diverso.

La domanda che ci poniamo è: come può accadere che l’agenda politica venga occupata per un’intera settimana dal caso Celentano mettendo in un angolo tutti i grandi problemi del Paese?» A discutere del perché «la televisione è diventata il principale campo di battaglia politica» questa sera ci saranno il giornalista «barricadiero» Marco Travaglio, il ministro Rocco Buttiglione, Pierluigi Battista del Corsera, il sociologo Aldo Bonomi, lo storico Marco revelli e Lella Costa. E che pensa Lerner del caso Santoro? «Che - è la risposta scontata - ha subito un torto e l’exploit a Rockpolitik lo ha dimostrato».

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