L’interprete ha sentito troppo ma la tensione non decolla

Ricordate il primo quarto d'ora de I tre giorni del Condor di Sydney Pollack? Una lezione di cinema, oltre che il sogno realizzato di chiunque lavori in un ufficio. The Interpreter, dello stesso regista, è la prova che gli Oscar prorogano la carriera, non il talento. Infatti qui tutto è molle, dilatato, prevedibile. Certo, oggi non si farebbe più caso a una strage iniziale come quella del Condor, tante se ne sono viste dopo. Ma l’annuncio di un delitto politico è anche meno interessante: perché poi qualcuno dovrebbe trattare un argomento così in un luogo semipubblico come l’Assemblea generale dell’Onu? Qui non solo qualcuno che sente, ma qualcuno capisce quella lingua africana! È l’interprete Kidman... Basterebbe questo a mettere di cattivo umore. Il resto dell’indisposizione deriva dal fatto che lei ha un dramma familiar-politico africano alle spalle (si poteva dare la parte a Charlize Theron, che l’ha avuto davvero: la madre uccise il padre); dal fatto che, a sorvegliare/proteggere la Kidman, sia un agente segreto male in arnese (Sean Penn).

Morale: ci si annoia perché Pollack gira ancora un film alla maniera di Intrigo internazionale. Senza essere Hitchcock e senza riuscirci.\

THE INTEPRETER di Sydney Pollack (Usa, 2004) con Nicole Kidman, Sean Penn. 128 minuti

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