L'annuncio di Paolo Maldini («io mai all'Inter») ha ricucito la ferita col suo tifo

Si capisce al volo che non vede l'ora di ricevere una telefonata o una proposta da via Turati per tornare a occuparsi, da dirigente e non da tecnico, del Milan. Ma ha avuto il buon senso di scavare un fossato rispetto alla scelta legittima di Leonardo di passare in nerazzurro

Nessun dubbio l'aveva sfiorato ma qualche interrogativo lo aveva inseguito. Davvero Paolo Maldini potrebbe comportarsi come Leonardo? Il dibattito, per qualche giorno, si è nutrito delle frasi spese in passato sull'argomento dall'interessato e da qualche sussurro proveniente dall'ambito della sua numerosa famiglia. Paolo Maldini ha poi scelto di rompere l'isolamento e di uscire allo scoperto con un paio di interviste (a Corsera e Repubblica) che hanno definito il suo pensiero.
Paolo Maldini non tradirà la sua storia, sua e della sua famiglia, passando da un fronte all'altro del calcio milanese. «Neanche Moratti me lo chiederebbe» è stata la sua frase per ridimensionare il significato di un incontro occasionale avvenuto a New York tra il presidente interista e l'ex capitano del Milan. Abbiamo anche capito, e non ce n'era bisogno, che Paolo Maldini non vede l'ora di tornare a lavorare con il Milan e per il Milan. Con un incarico di qualche importanza, corredato da stipendio. Infatti tutte le proposte arrivate dalla federcalcio lo , a titolo gratuito, lo hanno lasciato indifferente.
Probabilmente le frasi di Paolo Maldini serviranno in qualche modo a sanare una vecchia ferita col tifo rossonero della curva sud.

Lui non ha ancora dimenticato nemmeno l'accoglienza al ritorno da Istanbul («due ragazzotti ci dissero che dovevamo chiedere scusa dopo aver giocato la miglior finale della storia»)ma certo con l'atto di amore per i colori della sua società ha sotterrato ogni malumore e tutte le incomprensioni e le polemiche che segnarono il suo addio al calcio giocato.

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