L'archivio della vita Semi e cornee nelle tecno-biblioteche

Gli scienziati raccolgono e conservano campioni biologici ma anche alberi genealogici e indici di felicità Obiettivo: la nostra sopravvivenza

Interno Biblioteca Civica Gambalunga, Rimini - Foto di Ivan Ciappelloni
Interno Biblioteca Civica Gambalunga, Rimini - Foto di Ivan Ciappelloni

Annali e cronache, erbari e bestiari, e poi le tanto amate enciclopedie. L'uomo ha sempre classificato il passato per capire il presente e immaginare il futuro. A traghettare la sapienza degli antichi verso le rive della modernità pensarono monaci zelanti, chiusi nello scriptorium delle biblioteche medievali. Ricopiarono i testi del passato su chilometri di pergamene e codici, illuminandoli con i loro disegni. Ad armare i loro pennini fu, certamente, il carattere enciclopedico del tempo, ma soprattutto una grande strizza. Quell'ansia da primo millennio, per cui nell'Alto medioevo si riteneva di avere i giorni contati. Insomma più o meno alla mezzanotte del 999 d.C. tutto sarebbe finito. Un terrore che si è riproposto, puntuale, mille anni dopo: ricordate il millennium bug? Già, 16 anni fa, un'altra nottataccia per l'umanità. LA NUOVA ARCA DI NOÈPer fortuna, nel frattempo alle biblioteche di soli libri l'uomo «billennial» aveva, ormai da tempo, accostato la rete, il computer e gli archivi digitali. Oggi non basta. Di fronte alle sempre più avveniristiche previsioni di catastrofi naturali, nemmeno la nuvola del web ci salverà. Un nuovo diluvio o il surriscaldamento del pianeta, la minaccia di un virus e delle polveri sottili. Siamo sotto attacco o ci piace pensarlo. E allora? Occorre tornare in banca. Non per un prestito. Semmai per un deposito. Sul conto non c'è denaro. Ma qualcosa che vale molto di più: la nostra memoria e la nostra sopravvivenza. Da studiare e trasmettere non più su pagine di libri o giga di file, ma attraverso «fette» del nostro universo prelevate a campione dalla terra e dall'uomo. Tridimensione del sapere. Arche di Noè piene di speranza. O di semi, ghiacci, rocce. Ma anche di cellule e tessuti per curarci. Le banche dati mondiali sono, da qualche decennio, le nuove biblioteche, casseforti dell'umanità, a prova di bug. O di Star Trek. Stati Uniti, Europa e anche Italia. Il Belpaese, pur con risorse infinitamente più piccole destinate alla ricerca, può vantare alcune realtà di eccellenza. C'è il deposito di ghiacci Eurocold dell'Università Bicocca di Milano, uno degli «ice core lab» all'avanguardia nel mondo, dove si studiano campioni di ghiaccio per capire come si evolverà il clima (vedi articolo in basso). Ma possiamo contare anche sulla Fondazione Banca degli occhi di Mestre (www.fbov.org) altro orgoglio del made in Italy che, dal 2002, è stata la prima realtà al mondo a distribuire lembi di cellule staminali epiteliali corneali ricostruiti in vitro. Oggi è fra le più importanti in Europa: fino al 2014 sono stati poco meno di tremila i tessuti inviati nel mondo per trapianti. Pensando alle staminali, in molti istituti di ricerca e cura in Lombardia per esempio alla Ca' Granda di Milano e al San Matteo di Pavia da tempo funzionano le «blood cord bank», per donare le cellule del cordone ombelicale, a livello solidaristico e a scopo di ricerca. A differenza, invece, del modello delle varie «Cryo cell bank» statunitensi dove si paga un deposito per crioconservare le cellule, in caso di bisogno personale o di qualche familiare.GENETICA ANTI-CRIMINEFra le banche dati più importanti, scientifiche e condivise, il vero possesso per tutti noi, è la rete mondiale del Progetto genoma, la mappa del Dna umano (http://web.ornl.gov) realizzata capofila gli Stati Uniti - dal 1990 al 2006 in collaborazione anche con l'Italia. Il prossimo passo potrebbe essere l'applicazione di questo «know how» per mappare il crimine e contrastarlo. Ma l'Italia è ancora tiepida sullo sviluppo di una banca dati genetica al servizio delle Forze dell'ordine.Le prime banche dati a svilupparsi, spesso contemporaneamente in tutto il mondo sono state quelle del germoplasma, la raccolta, cioè, di semi di piante e tessuti animali per campionare ogni specie della terra. Il deposito più completo, per i semi vegetali, è alle Isole Svalbard, dove il prezioso caveau è immerso nel permafrost, a prova di cataclisma, a 1300 km dal Circolo polare artico, a 18°C. Se anche solo un chicco di riso dovesse sopravviverci, potrà dire molto di chi eravamo anche quando non ci saremo più. E la sfida sarà vinta. La «Global seed vault», voluta dalla Norvegia nel 2008 (www.regjeringen.no) ospita quasi un milione di semi «copiati» dagli originali e provenienti da quasi tutto il mondo. È la più grande cassaforte della biodiversità e lo scorso autunno ha ricevuto le prime richieste di aiuto. Sono arrivate dalla Siria che chiede la restituzione di parte del patrimonio inviato per reimpiantare, fra Libia e Marocco, alcune colture che si stanno perdendo nella madrepatria devastata dalla guerra. LA GIOIA IN CASSAFORTEMa le banche dati classificano e immagazzinano informazioni fra le più varie. Una delle raccolte più originali è quella che, dal 1965, i mormoni hanno scavato, sempre a prova di cataclisma, nello Utah. La «Granite mountains record vault» (www.mormonnewsroom.org) ha raccolto 3 miliardi e mezzo di dati e genealogie, tutti in via di digitalizzazione, da oltre 100 Paesi: i documenti servono per impartire il battesimo, anche per procura, agli avi che hanno vissuto prima dell'avvento di John Smith e della diffusione del credo mormone. Per il resto dell'umanità è però un bacino di genealogie fra i più completi. Se i mormoni hanno pensato al passato e all'aldilà, c'è chi vorrebbe una seconda vita dopo la prima. Ed ecco, sempre oltreoceano, il business di scienza e speranza del «Life Extension Alcor centre» (www.alcor.org), in Arizona, dove già 141 fortunati «pazienti» dopo la morte si sono fatti crioconservare. C'è da chiedersi se non troveranno gli stessi dottori al loro risveglio, ma la ricerca di un elisir ha sempre mosso l'uomo.Così ora pure la felicità, il bene più prezioso, è finito in banca. A Rotterdam, in Olanda, un team di sociologi ha creato il «World database of happiness» (http://worlddatabaseofhappiness.eur.

nl/) che mira a raccogliere gli «indici dei gioia» di ogni nazione ed ha finora coinvolto, attraverso ricerche e sondaggi, 130 Paesi del mondo con l'obbiettivo di fornire strategie a chi governa per aumentare la felicità degli abitanti. Per una banca, davvero un ottimo servizio clienti.

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