Lettera del Cav al Giornale: "E' accanimento giudiziario, soffro ma spero ancora"

Ennesimo, violento attacco dei pm di Milano sul processo Mills. De Pasquale non si rassegna: "Condanniamolo a 5 anni".Lo sfogo di Silvio: "E' un'indecenza"

Lettera del Cav al Giornale: "E' accanimento giudiziario, soffro ma spero ancora"

Ho la coscienza di aver servito in questi anni con tutte le mie forze il mio Pae­se, e ne sono ripagato con un accani­mento da parte di alcuni magistrati di Milano che non ha eguali nella storia. Si vuole di­struggere fino in fondo la mia immagine di uomo, di imprenditore e di politico. Solo io posso sapere quanto male ho subito e continuo a subire per ave­re scelto la strada dell’impegno politico.

Al termine di una vita di lavoro indefesso sia nel­la mia professione di imprenditore e in seguito nell’impegno politico, sono trattato peggio di un delinquente, con accuse che non trovano corri­spondenza nei fatti e che sono state smentite nel corso del processo dibattimentale.

La decisione di impegnarmi nella vita pubbli­ca, cercando di trasformare e di cambiare l’Italia, non mi è stata mai perdonata da tutti quei poteri che si sono visti insidiati nei loro interessi e nelle loro ambizioni.

Quello che più mi amareggia in questo momen­to è di constatare fino a che punto la giustizia può essere piegata a pregiudizi di carattere politico e ideologico.

Ripeto: solo chi malauguratamente ha la sven­tura di entrare nel tunnel della mala giustizia può immaginare l’incubo che si sperimenta, la soffe­renza che si prova a finire nell’ingranaggio disu­mano di una giustizia che sembra non rispondere più alle leggi, ai princìpi fondamentali del nostro ordinamento liberale, alle prove e ai fatti che emergono nel corso dello stesso procedimento.

La coscienza che ho di questa situazione, e la vi­cinanza della mia famiglia e di quanti mi vogliono bene e mi conoscono, mi dà la forza di continuare la battaglia per il

riconoscimento pieno della mia totale estraneità a quanto mi viene addebitato.

Spero ancora che giudici integerrimi e devoti uni­camente alla legge e alla verità, decidano in piena coscienza e nel pieno rispetto della realtà dei fatti.

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