Tripoli - Dopo 42 anni il regime collassa. L'avanzata delle truppe dei ribelli verso Tripoli è stata inarrestabile: dopo sei mesi di guerra di logoramento, in poche ore, la Capitale è stata occupata e gli insorti hanno occupato persino la tv di Stato. Il Raìs sembra spacciato ma, mentre l'Occidente pensa al dopo Colonnello, la battaglia continua nel cuore della Libia. Sul presnete e il futuro del Colonnello è un susseguirsi di ipotesi, dichiarazioni e smentite: mentre sul web spopola una foto falsa del suo cadavere la televisione satellitare al Jazeera sostiene che sia fuggito in Tunisia e il Pentagono invece affrema che è ancora in Libia. Nel frattempo Khamis Gheddafi, a capo di alcune truppe governative, sta mettendo in atto un ultimo tentativo per non perdere cil controllo della Capitale.
L'assedio finale Le forze fedeli al regime di Muammar Gheddafi controllano ancora tra il 15 e il 20 per cento di Tripoli come ha affermato un portavoce dei ribelli. La resa del Raìs non sarà immediata: i suoi carri armati hanno lasciato lasciato Bab al-Aziziya, il compound del colonnello a Tripoli, e ora starebbero sparando in strada e cannoneggiando nella zona, secondo quanto riferisce la tv al-Jazeera, citando fonti dei ribelli. Stando alla tv concorrente, al-Arabiya, gli scontri nella zona sarebbero iniziati quando un gruppo di ribelli ha tentato l’assalto al compound di Gheddafi.
al Jazeera: trovati due cadaveri La rete al Jazira riferisce che a Tripoli sono stati trovati due corpi carbonizzati che potrebbero essere quelli di Khamis Gheddafi, il figlio del Colonnello comandante della temibile 32.ma brigata, e del capo dell’intelligenze Abdallah Senussi. Khamis è già stato dato per morto altre due volte e solo ieri Senussi è apparso ieri alla tv di Stato.
Truppe lealiste verso il centro di Tripoli Khamis Gheddafi, uno dei figli del rais, comandante della 32/a brigata, guida forze governative verso il centro di Tripoli. Intanto alcuni sostenitori di Gheddafi in abiti civili si aggirano armati stamani per Tripoli e sparano sulle auto e sulle persone: tre i morti nelle ultime ore tra cui anche due bambini di 5-6 anni colpiti mentre sventolavano con il padre la bandiera dei ribelli. Scene di vera disperazione nella moschea nel quartiere Western Street di Tripoli quando le auto dei ribelli hanno portato i corpi senza vita. Nel quartiere considerato sotto il controllo totale degli insorti la tensione è altissima e le auto dei giornalisti vengono deviate lungo strade che non si trovano sotto il tiro degli ultimi fedelissimi del rais, impegnati in una strenua resistenza.
Il giallo su Gheddafi Non si sa intanto dove sia il Raìs. Dopo il messaggio diffuso nella notte dalla tv di Stato, secondo alcuni siti dell'opposizione, Gheddafi sarebbe nascosto all’interno dell’ambasciata del Venezuela a Tripoli. Altre fonti sostengono che il Colonnello si trova ancora nella sua residenza di Bab al Aziziya. Altre fonti ancora ritengono si sia rifugiato a Sirte. Nella notte due aerei sudafricani sarebbero atterrati a Tripoli. Colloqui sarebbero in corso tra l’entourage di Gheddafi e il Sud Africa con l’obiettivo di individuare un esilio per il leader libico, ma il governo sudafricano smentisce: "Il Sud Africa non ha inviato alcun aereo in Libia per agevolare l’esilio del colonnello libico Muammar Gheddafi". Secondo fonti di Al Jazeera, è possibile che presto Gheddafi voli in Zimbabwe o in Angola.
Cnt: "No all'esecuzione del Raìs" Nemmeno i ribelli sanno dove si trovi il leader libico. "Speriamo che venga catturato vivo per poter affrontare un processo giusto. Così tutti potranno conoscere il dittatore più grande del mondo", ha detto il leader del Consiglio nazionale di transizione libico (Cnt) Mustafa Abdel-Jalil, che ha aggiunto: "Rifiuto qualsiasi esecuzione fuori dalla legge ma ho paura che qualcuno dei ribelli possa applicare la legge del taglione".
Arrestati tre figli di Gheddafi Mistero anche sui figli del Colonnello: tre sarebbero stati catturati. Tra questi c’è sicuramente Saif al-Islam, come confermato dalla Corte penale internazionale dell’Aja, che sta discutendo con i ribelli libici il trasferimento dell'uomo, ricercato per crimini contro l’umanità. Lo ha indicato un portavoce dell’Aja, Fadi El Abdallah. Gli altri, stando alle dichiarazioni dei ribelli, sarebbero il primogenito Muhammad e l'ex calciatore del Perugia Saadi. La cattura di Muhammad è stata preceduta da uno scontro a fuoco in cui ha perso la vita una sua guardia, ma lui e la sua famiglia "non sono stati colpiti". Intanto alla Piazza Verde di Tripoli i ribelli hanno dato un nuovo nome: è la Piazza dei Martiri, e i lealisti sono stati invitati ad "arrendersi".
Si pensa al dopo-Gheddafi Mentre continuano gli scontri a Tripoli, la politica internazionale pensa già al post-Raìs. La Francia ha proposto una riunione del Gruppo di contatto sulla Libia la settimana prossima a Parigi. Il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) formato dagli insorti a Bengasi, inoltre, sarà trasferito a Tripoli, come ha detto questa mattina a Londra l’incaricato d’affari libico, che guida l’ambasciata della Libia a Londra. "Il Cnt presto si sposterà da Bengasi a Tripoli e nominerà un nuovo governo di transizione che governerà il Paese, servendo il popolo in tutte le città", ha indicato Mahmoud Nakouh, nominato alla guida della rappresentazione libica a Londra a inizio agosto, dopo il riconoscimento del Cnt il 27 luglio dal Regno Unito.
"Lavoriamo per la democrazia" "L’era di Muammar Gheddafi è finita", ha affermato Mustafa Abdel Jalil, capo del Consiglio nazionale di transizione (Cnt) libico, nel corso di una conferenza stampa a Bengasi. "I libici devono capire che il lungo periodo che abbiamo di fronte a noi non sarà rose e fiori - ha aggiunto Jalil - Ci troveremo con sfide e responsabilità. Siamo alle soglie di una nuova era e lavoreremo per i principi su cui si è basata questa rivoluzione: libertà, uguaglianza, giustizia, democrazia e trasparenza nell’ambito di un contesto islamico moderato". E soprattutto non ci sarà nessuna installazione di basi Nato sul territorio nazionale.
"La Libia è una nazione araba e islamica prima (dell’arrivo) della Nato e dopo", ha fatto sapere l’inviato del Cnt presso la Lega araba, Abdel Moneim al-Huweini, aggiungendo che "i libici si sono rivoltati contro le basi occidentali nel 1970 e che non ci saranno basi non libiche nel Paese".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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