Erano aiuti dell'Unione Europea, qui famosi soldi che dovrebbero tornare indietro dopo che l'Italia versa miliardi nella casse di Bruxelles. Erano stati stanziati in Sardegna per la riqualificazione delle strutture alberghiere vicino alle coste sarde. Trentacinque milioni di euro che gli imprenditori della zona hanno giustamente considerato una manna dal cielo e si sono fiondati, nel lontano 2002, a presentare le domande per il finanziamento europeo.
Dopo più di 10 anni, la beffa. Ora quei 35 milioni dovranno restituirli a Bruxelles. "Mi sento truffato - dice Domenico Caruso, titolare dell’hotel San Marco di Algheropotrei a La Nuova Sardegna - essere costretto a mettere tutto all’asta». Ora a rischio , oltre alla vita delle stesse aziende, ci sono numerosi posti di lavoro e il tutto potrebbe trasformarsi in un colpo al turismo sardo.
Il tutto nasce da un vizio di forma nel bando emesso dalla regione. Nel 2004, infatti, la Commissione europea ha portato a giudizio la Sardegna per aiuti di Stato attuati abusivamente. Secondo i burocrati di Bruxelles l'aiuto economico non poteva essere concesso a chi ha avviato i lavori prima di presentare la domanda di contributi.
Un cavillo, ma che costerà caro agli albergatori europei. "Le imprese - hanno detto i legali degli albergatori al quotidiano sardo - hanno scoperto solo dopo che il finanziamento era condizionato da questo vincolo che la Regione aveva taciuto, avendo tra l’altro pubblicato il proprio provvedimento in estratto e sebbene nel corso dell’indagine formale la Regione abbia confessato le proprie responsabilità, ammettendo di aver indotto le imprese in errore, la Commissione europea nel 2008 ha stabilito che quei contributi siano illegittimi e che vadano recuperati".
Così ora non resta che cominciare a raccogliere i soldi, interessi compresi.
Dopo la sentenza di primo grado alla Corte di giustizia europea in Lussenburgo, in questi giorni anche il tribunale di Cagliari ha decretato l'illegittimità del finanziamento. "Per la giustizia siamo colpevoli di esserci fidati del decreto della giunta regionale, spiega un altro albergatore. Costretto, anche lui, a trovare rapidamente i soldi. Oppure a fallire.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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