Luigi, il ragazzo nato con l’uniforme

Luigi, il ragazzo nato con l’uniforme

Bitetto (Bari) - «Non ci credo, non ci credo», ripeteva dopo la telefonata dell’esercito giunta da Roma alle nove del mattino per annunciare un dolore troppo grande. Lui, Angelo Pascazio, sovrintendente capo di polizia, ha saputo della morte del figlio Luigi mentre era al suo posto di lavoro, al terzo piano del palazzo della questura di Bari, nella sua stanza alla sezione volanti dove sulla scrivania c’è una foto di tutta la famiglia.

Il padre del caporalmaggiore ucciso nell’attentato in Afghanistan è scoppiato in lacrime, è stato subito abbracciato dai colleghi che hanno tentato di fargli forza; poi è arrivato il questore, Giorgio Manari, che lo ha accompagnato a casa, a Bitetto, poco più di diecimila abitanti a una ventina di chilometri da Bari. Qui, nella casa al numero 6 di via Montegrappa, il sottufficiale di polizia ha dato la notizia alla moglie, Maria Lettieri, e alle figlie, Maristella, 27 anni, e Valentina, 15 anni; accanto a loro è rimasta anche Antonia, 23 anni, da tempo fidanzata con Luigi.

Il padre del militare ucciso ha voluto lasciare un messaggio affidato all’amico e collega Francesco Tiani, segretario provinciale del sindacato Siap: «Mio figlio è morto per la Patria, spero che ad altri figli del Mezzogiorno non debba più toccare questa sorte»; e poi ancora: «È un dolore per ogni uomo con un cuore, per ogni uomo che crede nel sacrificio per la Patria, per ogni uomo che crede negli ideali, che dare un contributo piccolo o grande che sia possa servire a migliorare il mondo anche con la propria vita».

In queste ore dinanzi a quella palazzina a due piani di Bitetto si radunano amici, parenti, colleghi e semplici conoscenti che arrivano per esprimere solidarietà. «Angelo parlava sempre del figlio, la famiglia era orgogliosa di lui», dice Tiani.

«Amava la divisa», ripetono a Bitetto. A breve Luigi avrebbe coronato il suo sogno di entrare nei ruoli effettivi dell’Esercito. Quella in Afghanistan, dove era arrivato due mesi fa, era la sua prima missione all’estero.

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